O chiaro, o vile, o per grand'ôr felice
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LIV
A MONSIGNOR
ASCANIO CARDINAL COLONNA
E VICERÈ D’ARAGONA
O chiaro, o vile, o per grand’ôr felice,
O lagrimoso in povertate oscura,
A’ bei raggi del Sol tutti ne fura
L’empia man della morte falciatrice.
Solo quaggiù l’inevitabil messe
Virtù volando imperiosa scherne;
E questo avvien, perchè le Muse eterne
Negar non sanno alle virtù sè stesse.
120Nè creder unqua, o de’ Latini alteri
Alto ornamento in sulle rive al Tebro,
E chiaro in ostro sulle rive all’Ebro,
Alto conforto de’ possenti Iberi.
Non creder unqua, che l’amabil Clio
125Su lira armonïosa arco percota,
O dal musico sen sparga una nota,
Se alto merto onorar non ha desìo.
Ben Cigno lusinghier, perchè s’asperga
Ricca viltà di mercenario vanto,
130Gorgogliando talor si sforza al canto,
Ma non greggia sì vil Parnaso alberga.
Agli avi tuoi, che di sudor la fronte
Almo cospersi l’alma Italia ornaro,
Lor concento immortal tutte sacraro
135L’inclite Dee dell’Eliconio fonte.
Quinci torbido obblio nube non spira,
Che pur osi appressargli; Alpe, Pirene,
Il Tago, e l’Istro, l’Africane arene,
Eufrate, Gange i sì gran nomi ammira.
140Ma gl’Italici cor del sangue egregio,
Qual di supremo onor, vantansi appieno;
Or tu che volgi nel tuo nobil seno
De’ tuoi pensando al celebrato pregio?
Pensi, che a’ raggi dell’altrui splendore
145Non degna rischiararsi altero ingegno;
Però rivolto della gloria al segno,
Sferza ti fai del singolar valore.
Certo, se contra ingiurïosi ed empi
Eri scelto a vibrar ferro lucente
150Svegliar poteanti, ed agitar la mente
Con lungo grido i Colonnesi esempi.
Ma quando Pace incomparabil Dea,
La mansueta man t’armò d’uliva,
Perchè fermassi, mentre al Ciel sen giva,
155Schifa del mondo rio, la bella Astrea.
Prendi a mirar, come dell’ôr l’etate
Prospero addusse a’ Milanesi, e come
Napoli di Pompeo corona il nome,
Per cui trasse non meno auree giornate.
160Nè dal saldo pensier ti si scompagne,
Che disgombrando nembi atri e funesti
Il tuo gran genitor grazie celesti
Piover facea sopra l’Etnee campagne.
A buon nipote è il gran valor degli avi
165Stimolo acuto; or te medesmo avanza;
Adempi d’Aragon l’alta speranza
Col tesor di virtude ond’hai le chiavi.
Fin qui la bella Clio per tua memoria
Sopra cetera umil vuol ch’io ragioni;
170Ma da quest’ora innanzi alteri suoni
Servi farà della tua nobil gloria.