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../../Le due aquile - I due alberi IncludiIntestazione 14 settembre 2012 100% Poemetti

La mietitura - Il saluto Le due aquile - I due alberi
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IL CHIÙ


i


Addio! — La notte, troppo grande il letto
era a Viola. Stava dal suo canto,
3con incrociate le due mani al petto;

ma non dormiva. Non aveva pianto.
Dicea di quando in quando una preghiera.
6Dormir, sognare, non volea; chè tanto...

non c’era più! Perchè sognar che c’era?
non saper più, ma per un poco, appena,
9ch’era partita al rosseggiar di sera?

La notte in cielo risplendea serena:
tra cielo e terra un murmure, uno spesso
12palpito, l’onda d’un’assidua lena.

E Violetta si chiedea sommesso
dov’era quella che non c’era più.
15Col dolce verso sempre mai lo stesso

le rispondeva da lontano il chiù.

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ii


Splendea lassù la gran luce di Sirio.
Recava odor di fiori pésti il vento.
19— Ell’era andata a chi sa qual martirio!

Ora, dov’era?... A lume acceso o spento?
Buon che le mise al collo, nell’aspetto,
22quella sua croce piccola d’argento!

Ella doveva ora vegliar nel letto
sola con lui! senza sperare aiuto! —
25Viola i panni si stringea sul petto.

— Che cosa avrebbe egli da lei voluto?
Qual piaga dare tenera e mortale
28a quelle carni bianche, di velluto?

Qual pianto fa di quel ch’è ora, e quale
rimpianto mai di quel ch’un giorno fu!... —
31Col mesto verso eternamente uguale

le rispondeva di lontano il chiù.


iii


Quando cantò la prima capinera
nel puro cielo d’ambra e di viola,
35dormiva, sciolta la gran chioma nera.

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Dormiva forte, stretta alle lenzuola;
e se sognò, non ricordò, che cosa.
38Si levò tardi. E come te, Viola,

anche i tuoi vecchi. E tu più tardi, o Rosa.