Novellette ed esempi morali (Bernardino da Siena)/Il fico infruttifero

Il fico infruttifero

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Un re giusto La buona corazza
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IL FICO INFRUTTIFERO


Elli fu uno che aveva una vigna dove elli piantò un fico; andòvi al tempo ch’e’ doveva fare de’ fichi, colà passati due anni, e andòvi senza il paniere, e fu una pianta di quelli buon fichi batignanesi, sai di quelli da Massa. E giònto al pedone e mira, elli non vi trovò de’ fichi. Elli v’andò poi l’altro anno, e andòvi coll’uncino, credendo che qualcuno ve ne fusse, anco non ve ne trovò. Elli si pensò: “Oh, ella ha badato a crèsciare!” Vâvi l’altr’anno, il terzo, e tòlle l’oncino e ’l paniere, dicendo seco: “Ela deba èssare cresciuta, e debavi essere de’ fichi assai.” Giògne al fico, e egli non ve ne trovò niuno. Onde che egli chiama il mezzaiolo e diceli: “Questo fico non è buono a nulla: taglialo, ché elli occupa la terra.” Dice il lavoratore: “Doh! lasciamolo stare questo anno, non lo tagliamo; io li lavorarò un poco la terra da piei e scalzarollo da torno, per vedere se elli facesse meglio. Ma se egli non farà frutto quest’altro anno, io il tagliarò.”

Noi potiamo dire la città di Siena èssare il pedone del fico. El primo anno si è quando io ci fui, che con la parola di Dio v’indussi a rèndare frutto all’altissimo Iddio. El secondo anno ch’io mi partii, credetti che voi faceste meglio che quando io ci ero; non che voi aviate fatto frutto, ma voi faceste peggio che mai. El terzo anno è ora questo, là dove io v’ho trovati peggio disposti a [p. 78 modifica]rèndare frutto, che forse voi fuste mai. — Iddio ha aspettato ed aspettato, e voi non fate niuno frutto che sia a sua laude, ma fate ogni cosa contraria alla sua volontà: onde che elli è già indegnato, e credetemi che ha in pensiero di tagliare questo arbore, poi ch’elli è disposto a non volere dare il frutto, come elli ha aspettato già cotanto tempo. Ma se elli avrà tanta pazienza d’aspettare questo quarto anno, e tu non li rendi frutto, guardati, guardati, poi guardati, Siena.

Anco potresti intèndarlo in altro modo di questi quattro anni che elli ha aspettato la tua conversione, ed hatti sempre proveduto al tuo bisogno, perché tu ti ravvega; ché il primo anno ello t’ha dati dimolti beni corporali, ché t’ha ritenuto la mortale infermità e dimolte altre avversità. El sicondo anno t’ha dati dimolti beni temporali, di biada, di vino, d’olio, di bestiame e d’ogni cosa grandissima dovizia. E pure t’ha date queste cose perché tu renda il frutto tuo, e tu se’ stato e stai piú duro che fussi. El terzo anno elli t’ha dati de’ beni spirituali. Quanti bonissimi predicatori avete avuti, valentissimi maestri, solo per la salute vostra venuti a questa vostra città! Credetemi che Iddio ha aspettato tanto, che elli non vorrà aspettar piú. Se tu stai il quarto anno, e non rendi frutto a Dio, elli dirà: “A terra, a terra, popolo maladetto: tu non hai scusa: il terreno è lavorato, tu se’ e se’ stato ammaestrato: elli t’è stato dimostrato il tuo vizio e ’l tuo peccato.” Sai che farà Iddio doppo che elli non vorrà aspettare piú? Elli farà lavorare la terra e zapparalla con la mortalità; che di pistolenzia morrete come [p. 79 modifica]cani, e manderalla tanto grande, che mancaranno le genti, che l’uno non potrà governare l’altro. Né questo non bastarà. Mandarà guerra tanto grande, che non si potranno lavorare le terre, e non ricogliarete né biada né vino; che seguitarà poi tanta grande carestia, che voi vedrete morire i vostri propri figliuoli per fame.