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IL FICO INFRUTTIFERO


Elli fu uno che aveva una vigna dove elli piantò un fico; andòvi al tempo ch’e’ doveva fare de’ fichi, colà passati due anni, e andòvi senza il paniere, e fu una pianta di quelli buon fichi batignanesi, sai di quelli da Massa. E giònto al pedone e mira, elli non vi trovò de’ fichi. Elli v’andò poi l’altro anno, e andòvi coll’uncino, credendo che qualcuno ve ne fusse, anco non ve ne trovò. Elli si pensò: “Oh, ella ha badato a crèsciare!” Vâvi l’altr’anno, il terzo, e tòlle l’oncino e ’l paniere, dicendo seco: “Ela deba èssare cresciuta, e debavi essere de’ fichi assai.” Giògne al fico, e egli non ve ne trovò niuno. Onde che egli chiama il mezzaiolo e diceli: “Questo fico non è buono a nulla: taglialo, ché elli occupa la terra.” Dice il lavoratore: “Doh! lasciamolo stare questo anno, non lo tagliamo; io li lavorarò un poco la terra da piei e scalzarollo da torno, per vedere se elli facesse meglio. Ma se egli non farà frutto quest’altro anno, io il tagliarò.”

Noi potiamo dire la città di Siena èssare il pedone del fico. El primo anno si è quando io ci fui, che con la parola di Dio v’indussi a rèndare frutto all’altissimo Iddio. El secondo anno ch’io mi partii, credetti che voi faceste meglio che quando io ci ero; non che voi aviate fatto frutto, ma voi faceste peggio che mai. El terzo anno è ora questo, là dove io v’ho trovati peggio disposti a


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