Novelle (Sercambi)/Novella LXXXVIII

Novella LXXXVIII

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LXXXVIII


G>iunti a Reggio di Calavria e quine trovato bene da cena, alla quale il preposto volse che stormenti si sonassero ma che ognuno a dormire se n’andasse aciò che la mattina di buon’ora potessero caminare verso Dierta; e come ordinò fu fatto: ché venuto la mattina, la brigata aparecchiatasi a caminare, il preposto rivoltosi a l’altore disse che una novella dicesse mentre che ’l camino faranno a Dierta, ma prima una canzonetta morale dica. L’altore, volgendosi alla brigata, disse: «Poi che tra genti malandrine siamo e più, andando, s’apresseranno, dirò:

«Canzon, dove tu vai tien si fatto abito
ch’i’ n’abia onore e tu servigio e grazia;
e non ti veder sazia
di star tra loro e’ tuoi versi dispuonere;
se alcun altro reponere
ti vuol come scientifica,
e da questo, cotal da lui t’ha copia,
ché tu se’ nata propria
per dispregiar li vizii e ogni miseria
e per mostrare a’ buoni come s’imperia».

E dapoi disse: [p. 385 modifica]

DE RATIONABILI DOMINIO ET BONA JUSTITIA

Indel reame di Francia era un bosco grandissimo: lo tenea la contessa d’Artese, nel mezzo era un bel palagio, alcune volte vi si riposava.

N>el reame di Francia, tra la Francia e la Piccardia, è uno bosco grandissimo il quale madonna contessa d’Artese possedea, et in quello un bellissimo palagio innel mezzo di tal bosco era edificato acciò che <quando> madonna la contessa andar volea alla caccia, et in quel palazzo riposar si potesse con tutta la brigata. E tal bosco era pieno di moltissime bestie salvatiche e tutto d’intorno la magior parte steccato acciò che le bestie uscir non potessero. Et era il ditto bosco molto grande acosto a una strada che venia di Piccardia a Parigi.

Al qual bosco moltissimi ladri e malandrini si riduceano a mal fare. Et il modo che tali rubatori teneano era questo: che uno de’ ditti rubatori si ponea in sulla strada che a lato dal bosco era, in forma di uno romeo povero che acattasse, con uno cappello in capo di ferro e foderato di panno (acciò che se alcuno l’avesse percosso non avesse avuto alcun male) e uno coltello sotto con uno bordone, assai il ferro grande. E come venia la persona a cavallo o a piè, chiedendo limosina s’acostava a tal viandante: e se a piè era, subito l’aveano preso, e tirato nel bosco l’uccideano e poi lo rubavano; e se era a cavallo et altri si fermasse per dar limosina, lo rubatore s’acostava e prendealo per la briglia, e col coltello per lo petto li dava e del cavallo lo facea cadere, e conduttolo innel bosco quello uccideano e rubavano. E se più d’uno fusse che di quine passasse, il primo rubatore lo lassava entrar tanto che tre o quattro rubatori trovava innella strada acattando. E se avenìa che non si volesseno fermare, faceano certo segno d’un corno e dinanti e dirieto uscivano loro a dosso, e se non erano ben forti quelli che passavano rimaneano morti e rubati. Et eran questi malandrini gran quantità, e centonaia n’aveano morti e rubati.

Et un giorno madonna contessa, volendo caminare a Parigi [p. 386 modifica]avendo seco molta baronìa, comandò a uno suo spenditore che cavalcasse innanti per potere aparecchiare per lei e per la brigata. E come il ditto spenditore con alquanti in sua compagnia funno innella strada apresso al preditto bosco, là u’ quine trovonno alcuni chiedendo limosina, lo spenditore avendo cuore ad altro a niente rispuose e passò via con du’ compagni. E come alquanto funno dentro innel camino entrati, trovoron (uno) che limosina domandò. Lo spenditore fermandosi, li compagni passonno innanti; e come lui vuol mettere mano alla scarsella per fare elimosina, quel malandrino, faccendo vista di voler la limosina prendere, li prese la briglia del cavallo. Lo spenditore, avendo l’occhio a’ compagni, li vidde d’alquanti malandrini gittare a terra del cavallo; e vedendosi a quello la briglia presa e con un coltello li volea per lo petto dare, là u’ come valente colla spada al malandrino diè in sulla testa dicendo: «Ladro, tu se’ morto!»; e così pensò ch’e’ morto fusse. E speronando il cavallo, per forza lo malandrino non potéo il cavallo tenere (e quando in sulla testa li diè, la spada tornò in alto e neuno mal li fece, sonando il cappello ch’era d’acciaio); e rivolgendosi a dirieto, alcuni di quelli malandrini se li voleano parare innanti: lo spenditore, essendo bene a cavallo, passò che mal non li fenno.

E ritornato a madonna la contessa e narrato che al bosco suo era stato assaglito che quasi non fu morto e che vidde i suo’ compagni prendere e pensa che morti siano, madonna la contessa subito ritornata arieto e fatto raunamento di tutte circustanze e comandamento che ogni persona si debia trovare coll’arme e con tutti i cani al bosco, e in men di du’ dìe la contessa ebbe raunato più di vi mila persone. E circundato il bosco da tutte parti acciò che persona uscir non ne possa, e misseno dentro più di ii mila cani con molta gente armata. Come li cani dentro funno entrati, le bestie salvatiche mossensi e per lo bosco andavano. Li malandrini, che ciò senteno, voleano del bosco uscire per paura delle fiere et anco de’ cani e delli omini che dentro entrati erano. E credendo campare dalle fiere, erano presi da coloro che intorno al bosco alla guardia erano messi; e quelli che s’avedeano delle brigate che intorno aveano, in loro contrario per lo bosco [p. 387 modifica]andavano, e molti dalle fiere ne funno morti. Ultimamente, più di lx diliberonno intrare innel palagio stimando che quine entrar non si dovesse.

E la contessa messe le guardie intorno, ella intrata dentro co’ resto delle brigate e con tutti li cani, intanto che venendo ristringendo il bosco fine al palagio andò, avendone di fuori presi più di c e dentro più di xl, e più di l ne trovonno dalle bestie esser morti. E giunta la contessa al palagio e vedendo li malandrini in quello essere, subito fe’ mettere fuoco innel palagio. Li malandrini vedendosi a mal partito, parte se ne gittarono dalle finestre e presi funno, et alquanti n’arse dentro innel palagio. Et avutone vittoria, tutti quelli che presi avea, così <i> feriti come i sani e quelli che le bestie aveano morti, intorno a quel bosco li fe’ apiccare; sì che più ccl ladri quella contessa prima che si partisse apiccar fe’, fra’ quali ve n’erano gran parte delle suoi terre gentili omini e d’altre condizioni. E tornata in suo paese, tutto ciò che tali ladri aveano d’imobile atribuìo alla sua camera.

E fu la ditta contessa, per la sua giustizia, per tutta la Francia e per quel paese lodata; e d’alora innanti per quella via andare si potéo con oro in mano senza esser offeso.

Ex.º lxxxviii.