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LXXXVIII


G>iunti a Reggio di Calavria e quine trovato bene da cena, alla quale il preposto volse che stormenti si sonassero ma che ognuno a dormire se n’andasse aciò che la mattina di buon’ora potessero caminare verso Dierta; e come ordinò fu fatto: ché venuto la mattina, la brigata aparecchiatasi a caminare, il preposto rivoltosi a l’altore disse che una novella dicesse mentre che ’l camino faranno a Dierta, ma prima una canzonetta morale dica. L’altore, volgendosi alla brigata, disse: «Poi che tra genti malandrine siamo e più, andando, s’apresseranno, dirò:

«Canzon, dove tu vai tien si fatto abito
ch’i’ n’abia onore e tu servigio e grazia;
e non ti veder sazia
di star tra loro e’ tuoi versi dispuonere;
se alcun altro reponere
ti vuol come scientifica,
e da questo, cotal da lui t’ha copia,
ché tu se’ nata propria
per dispregiar li vizii e ogni miseria
e per mostrare a’ buoni come s’imperia».

E dapoi disse: