Novelle (Sercambi)/Novella LVI

Novella LVI

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LVI


G>iunto a mezzo il camino dove Medea giacea morta colla giusta morte fatta di Gotifredi innella novella ditta <che> ha molto consolato la brigata, e quine in una villa molto piacevole, in casa di uno albergatore trovarono aparecchiato tutto ciò che alla brigata bisognava. Dando pensieri per la sera quine rimanere, si puoseno a desnare prendendo piacere dell’ordine delli stormenti e balli.

E desnato e alquanto riposati in un bel prato odorifero, l’autore dal preposto fu chiamato: comandandoli che qualche novelletta dica mentre che quine dimorano, rispuose: «Volentieri»; e voltosi disse:


DE SAPIENTIA ET VERO JUDICIO

Di David e Salamone suo figliuolo, profeta.


A>l tempo de’ re David e gran profeta, avendo già Salamone suo figliuolo otto anni, divenne che uno — disceso dalla stirpe di Caino — , omo ricchissimo di pecunia e possessioni, nomato Caino, essendo colle suoi case innella città dove David quell’anno dimorava, nomata Gerusalem; avendo questo Cain un suo vicino povero nomato Beniamin il quale solo d’una sua piccola casetta Idio l’avea dotato e non d’altro bene, e più volte fattola proferire a Cain se comprare la volea (però che a lato a du’ case del ditto Cain era); Cain, che desideroso era di quella avere, senza far vista <di volerla dicea> non averne bisogno. E come sentìa che ad altri la proferìa, domandato Cain se contento era che altri quella [p. 250 modifica]comprasse, Cain rispondea: «Contento sono che tu abbi quella casa come <io> le miei». E per questo modo il povero Beniamin non potea né a Cain né ad altri la sua casa vendere; e per questo modo dimorava senza conforto.

Cain, che volontà ha d’aver la casa più tosto senza denari, diliberò per un certo modo aver la casa senza pregio. E il modo tenne fue questo, che un giorno Cain disse a Beniamin: «Io vo’ un servigio da te, e forse sarà cagione quel servigio che io arò la tua casa, poi che tante volte l’hai proferta». Beniamin disse: «Chiedete quello che io possa fare et io farò volentieri». Cain disse: «Io hoe comprato c coppi d’olio, e vo’ che tu me li guardi in casa; ma ben ti dico che tu facci che salvi siano». Beniamin dice: «Io sono contento». Cain subito fece mettere in casa di Beniamin c coppi d’olio, li quali erano li l pieni d’olio puro e li altri l erano pieni la metà di ciascuno coppo d’olio e l’altra metà d’acqua. E messi tali coppi, dice Cain a Beniamin: «Or ecco, io t’ho misso in casa c coppi d’olio: fà me ne abi guardia». Avendo quine testimoni, Beniamin disse: «Cosi come li avete conci, così si staranno, e per me non se ne toccherà».

Cain partitosi, e dimorato alquanti mesi, un giorno disse a Beniamin che desse quell’olio a uno a chi Cain venduto l’avea. Beniamin disse: «Vegna a sua posta». Lo mercadante avendo li otri presi per mettere quello dentro come d’usanza, e preso uno coppo e voitato, il mezzo trovò olio e l’altro era acqua. Meravigliandosi disse: «Come, i’ ho comprato acqua per olio?» Subito votati li otri e messo l’olio e l’acqua secondo che trovati li avea, a Cain se n’andò dicendo quello che avea trovato. Cain coruccioso andò a Beniamin dicendoli villania e chiamandolo ladro che il suo olio li avea furato e poi pieno li coppi d’acqua. Beniamin, udendosi dire alcuna villania, per paura di Cain si stava cheto, dicendo: «Io non li viddi mai né mai li toccai». Cain, che avea pensieri alla casa, subito si richiamò di lui dinanti a David re.

Beniamin comparendo dinanti a David re, essendo alla presenza Salamone fanciullo, lo re domandò Cain quello volea dire. Cain dice che lui avea acomandati c coppi d’olio a Beniamin pieni, et ora volendoli vendere trovò la metà esser mezzi d’acqua: [p. 251 modifica]«E però io li domando la valuta». Beniamin, che ode la loquela di Cain, come sparito niente dicea. Lo re David disse: «Dì la tua ragione e difenditi, se l’ha’, altramente la ragione ti condanna». Beniamin cominciò di dire tutto il modo del servigio che a lui chiese, dicendo: «Io non viddi mai né toccai li ditti coppi, né seppi se pieni o voiti fussino». Cain, che questo ode, allegati li testimoni, provò li coppi esser pieni. David re disse: «O Beniamin, se altra difesa non hai la ragione ti condanna». Beniamin disse: «Idio lo sa: altra prova dar non posso». E tacéo.

Salamone fanciullo, avendo udito la ragione dell’uno e dell’altro, disse: «O padre perfetto, io vi prego che questa quistione a me la diate a diffinire, e vo’ che sia la prima». David re, udendo il suo savio Salamone parlare, piacendoli disse ch’era contento che quello ne giudicasse si facesse.

Salamone, auto dal padre licenzia, subito fe’ venir dinanti da sé Cain, dicendoli a che tempo avea li coppi pieni dell’olio. Rispuose: «Nel tempo della ricolta, et in uno giorno e d’un medesimo olio li coppi s’empienno». Allora Salamone fe’ uno de’ copi pieni votare e fe’ pesare la morca; e poi fe’ voi tare uno copo in ch’era la metà acqua, fe’ la morca pesare e trovò la morca del pieno pesava du’ tante che quello in che era l’acqua. Allora cognove Salamone che Cain non avea messo inne’ coppi de l’acqua se non la metà olio.

E tornato a David re, disse: «Padre ottimo, se permettete che io dica della quistione dell’olio la solugione». Lo padre disse: «Permetto». Salamone, ditte le ragioni trovate della morca, giudicò Beniamin esser veritiero e Cain falso. E per la sua falsità, sentenziò l’olio co’ coppi esser di Beniamin, mettendo silenzio a Cain che di tal cosa mai non parli.

David re, udendo il giudicio dato, rivoltosi a Cain col viso rigido disse: «Cain, dimmi il vero se il mio figliuolo ha ditto buona sentenzia e il vero». Cain dubitando disse: «Signorsì», David re disse: «Io vo’ sapere che cagione ti movea». Cain: «Per aver la sua picola casa». David, udendo la mala volontà di Cain, in premio del falso commesso, una delle du’ case belle di Cain a [p. 252 modifica]Beniamin la concedéo. E per questo modo lo malvagio Cain fu punito del fallo comesso, e ripremiato Beniamin leale.

E d’alora innanti David re volse che Salamone alcuna volta alla banca si trovasse.

Ex.º lvi.