Novelle (Sercambi)/Novella C

Novella C

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Novella LXXXXVIIII Novella CI
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C


Giunta la brigata a Raganato, cenarono con darsi piacere di suoni e canti fine che a dormire n’andarono.

La mattina levandosi, il preposto a l’altore comandò che una novella dica fine che a Ancona giungeranno. L’altore per ubidire rivoltosi alla brigata disse: «A voi, donne religiose le quali per apetito disonesto la castità promessa rompete, ad exemplo dirò una novella che messer Johanni Boccacci narra, in questo modo, cioè:

DE MALITIA HOMINIS

In Firenze era uno monestero di donne: 8 giovane et una badessa giovana.

Innelle contrade di Firenza era et anco è uno monesterio di donne assai famoso per la loro santità (lo quale non nomerò per non diminuire in parte la loro fama), innel quale erano otto monache giovane con una badessa assai giovana, le quali per loro ortolano aveano uno omicciuolo assai simplici. E non contentandosi del salario che a lui dato era, fatto conto e ragione col castaido delle monache, a Lamporecchio, d’onde elli era, ritornò.

Il quale tra li altri lietamente fu ricolto da uno giovano forte e robusto (essendo omo di villa), con viso assai piacevole, il cui nome era Muscacchio. Domandando quello, che Muto avea nome, d’onde era venuto che tanto tempo stato era senza ritornare, disse come era stato innel tale monisterio lavorando l’orto, et alcuna volta atingea loro dell’acqua et andava al bosco per legna: «Di che dandomi pogo salario, et anco perché mi paiono tanto [p. 437 modifica]giovane che abino il diavole a dosso, e per la ricadia che mi davano, mi partì: che mentre io lavoravo venìa l’una e tolleami la zappa e dicea: — Questo non sta bene — ; e l’altra distendea la mano e scavava li erbucci che io messi avea, dicendo: — Questi non voglion qui stare — . Et era tanto questo affanno che io diliberai di partirmi. E quando me ne venni mi pregò il loro castaldo che se io ne li trovasse uno, che là lo mandasse». Muscacchio udendo le parole li venne innell’animo una voglia sì grande di trovarsi con quelle monache, comprendendo per quella andata poterli venir fatto il suo pensiero. E pensò niente dire a Nuto, perché fatto niente li verrebe, ma di trovare altro modo pensò.

E secretamente da Lamporecchio si partìo con una scura in collo, mostrandosi mutoro camino al monisterio ditto, dove quine per amicco chiedea da mangiare. Il castaldo delle monache, omo di tempo, lo vede, con amicchi lo chiama innel chiostro, e datoli mangiare, uno legno che Nuto fender non potéo il castaldo al mutoro fendere lo fe’. Lui come giovano cosí fe’. E preso il castaldo piacere del mutoro, con uno acino al bosco lo menò e con amicchi le legna li fe’ tagliare e al monistero portarle. Et avendo il castaido a far fare molte cose, più giorni lo tenne dandoli ben da mangiare e della fatica assai.

Avenne che un dì la badessa lo vidde dimandando chi era, e ’l castaldo disse: «Costui è uno mutolo povero, che venendo per limosina le l’ho fatto et holi fatto fare molte cose che bisognavano; e penso se saperà lavorare che se n’arà buono servigio; et anco perch’elli è mutolo non potrà queste vostre monachette mottegiare». A cui la badessa disse: «In fé di Dio tu dici il vero, et è bene che noi lo ritegnamo; e tu fà che li dii qualche cappellina vecchia». Muscacchio, che presso era quando la badessa ciò dice, infra se medesmo disse: «<Se> costà dentro mi merete, io vi lavorerò sì il vostro orto che mai sì bene non vi fu lavorato». Lo castaldo domandando con cenni Moscacchio se quine dimorare volea, lui con cenni disse sì; imponendoli che l’orto lavorasse e’ poi andò a far suoi fatti.

Et avendo alcuno dì incominciato a lavorare l’orto, le monache comincionno a farli noia come soleano a Nuto fare, dicendoli [p. 438 modifica]le più scelerate parole del mondo, non credendo che lui le ’tendesse. La badessa, che stimava che senza coda fusse come senza lingua, di quelle parole pogo si curava.

Avenne un dì che avendo molto lavorato e per lo caldo si riposava, due giovane monache che per lo giardino andavano, stressarono a lui faccendo sembiante di dormir’e cominciarono a riguardarlo. L’una, ch’era alquanto più baldanzosa, disse a l’altra: «Se io credessi che mi tenessi credenza, io ti direi alcuno mio pensieri che più giorni hoe avuto e forsi che a te ne tornerè’ utile». Rispuose l’altra: «Dì seguramente». Allora la baldanzosa disse: «Tu sai come noi siamo tenute strette che omo entrar non ci può, e tu dèi sapere che, quando le donne <ci> sono venute, hanno ditto che altra dolcezza è nulla a rispetto di quella d’usare co l’uomo. E però m’ho posto in animo, poi che altri entrar non ci può, d’usare col mutoro nostro, perché mi pare che da ciò sia e pur che volesse non lo potrè’ ad altri dire; e però da te vorrei udire quello che a te ne pare». «Oimè», disse la compagna, «non sai che noi abiamo promesso a Dio verginità?» Ella rispuose: «Quante cose si ’mprometteno che non s’ategnano? Che se noi le l’avemo promesso, trovi un’altra che l’ategna». La compagna disse: «O se noi ingravidassimo, come anderebe?» Rispuose: «Tu pensi la cosa prima che avegna: quando avenisse, allora <si vorrà pensare>». Ella disse: «Or come faremo?» A cui colei rispuose: «Tu vedi ched è in su l’ora che le monache sono a dormire et innell’orto non è persona: io lo prenderò per la mano e condurròlo innel capanetto dov’ei fugge quando piove, e l’una stia dentro con lui e l’altra faccia la guarda».

Muscacchio udìa questo disposto a ubidire, che altro non spettava. Apressandosi la prima monaca, lui destò e con atti lusinghevoli preselo per la mano; lui facendo cotali risa sciocche lo menò innel capanetto, dove Moscacchio senza farsi troppo invitare la fernìo di vantagio di quello che ella volea. Et ella come leale compagna, avuto quello volea, diede a l’altra luogo; e Moscacchio, pur semplici mostrandosi, quella fornìo; né prima da quel luogo si partirono che più volte ciascuna da Moscacchio fu fornita. E poi le monache tra loro ragionando che buona cosa era a provare [p. 439 modifica]l’uomo e che il loro pensiero era stato ottima cosa, dapoi prendendo convenevole tempo con Muscacchio forniron loro volontade.

A venne un giorno che una loro compagna, da una finestra della cella avedutasi, a du’ altre monache giovane lo mostrò, tenendo ragionamento d’acusarle alla badessa; poi mutorono consiglio, che acordatesi insieme funno partefici del podere di Muscacchio come le prime. Alle quali così l’altre tre monache per diversi accidenti divennero compagne delle v in vari tempi.

Ultimamente la badessa, che di questi fatti niente sapea, andando un dì tutta sola per lo giardino siando il caldo grande, Muscacchio trovò, il quale di poga fatica il dì per lo troppo cavalcare della notte n’avea assai, tutto disteso a l’ombra di uno amandolo dormìasi; e venendo alcuno vento, li panni levati dirieto a Muscacchio, stava tutto scoperto. Il che la badessa riguardando, innel medesmo apetito cadde che le suoi monache cadute erano. E destato Muscacchio, innella sua camera lo menò, dove più dì — con grandi querimonie dalle giovane monache fatte che l’ortolano non venia a lavorare il lor terreno — la badessa riprovando quella dolcezza che prim’a l’altre biasimare solea, ultimamente la badessa lo rimandò a l’orto, con promissione <per> amicchi che a lei ritornasse, rivolendolo.

E volendo la badessa di lui più che parte, non potendo Moscacchio a tante satisfare, s’avisò che ’l suo esser mutolo li potrebbe, se più stesse, in grave danno riuscire. E però una notte siando colla badessa, cominciò a dire: «Madonna, io hoe inteso che uno gallo vasta a viii, a x galline, ma che x omini possono male e con fatica a una femina satisfare, dove a me mi converrò’ servire nove; il che per cosa del mondo durar non potrei, però che per quello ho fatto non posso fare né pogo né molto. O voi mi lassate andar con Dio, o a queste cose trovate modo». La donna udendo costui parlare, il quale credea che mutolo fusse, tutta stordì, e disse: «Che è questo, che io credea che mutolo fusse?» Moscacchio disse: «Madonna, io ero ben così, ma non per natura». La badessa dice suoi or’e lo dimandò che volea dire che avesse servito a nove. Moscacchio li disse tutto ciò che colle monachette fatto avea. [p. 440 modifica]

Acortasi la badessa che l’altre monache erano state più savie di lei che prima aveano asagiato Moscacchio che lei, pensò di non lassare partire Moscacchio e colle suoi monache trovar modo acciò che tutte di pari si potessero contentare. Et essendo morto di poghi dìe il loro castaldo, elesseno Moscacchio castaldo, partendo le giornati per modo che Moscacchio le potea sostenere. Innel quale monesterio il ditto Moscacchio acquistò molti monachini e così steo fine che la badessa morì.

E Moscacchio diventato vecchio, con molti denari auti da quelle monache a Lamporecchio ritornò, dove domandato quine u’ era stato e come quella robba guadagnata avea, rispondendo disse che Cristo trattava così chi come sopra ’l capello li pone.

Ex.º c.