Notizie storiche intorno all'origine di Prato/Prefazione

Prefazione

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Lettera a chi legge Della Origine di Prato e della Chiesa Cattedrale
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PREFAZIONE



La Divina Provvidenza che coi suoi decreti veglia alla felicità dell’uomo, volle concedere alla città di Prato tutte quelle cose che sono bisognevoli per l’umano vivere, imperciocchè, oltre ad una perfetta salubrità dell’aria, ed all’abbondanza e purità delle acque, ella è da una fertilissima campagna circondata, provveduta di molto traffico e negozi, alla qual cosa molto contribuisce il fiume Bisenzio che le mura di essa bagna e rasenta. A tutto ciò dee aggiungersi che ella è situata in pianura, adorna di piazze e di fontane con molta popolazione e con buoni casamenti si pubblici come privati.

E perchè le umane felicità poco sogliono giovare, se non sono sorrette e maneggiate dalla prudenza e dal Consiglio, però risiedono al governo della [p. viii modifica] medesima alcuni magistrati (che oggi si chiamano Sindaco e Consiglieri della Giunta Comunale e Provinciale) — Di più il clementissimo Iddio, cui piacque de’ beni materiali in cotal guisa arricchire la città di Prato, non la lasciò per certo neppure manchevole di quelle cose spirituali che sono giovevoli a bene e cristianamente vivere per cui in addietro vi esistevano ben dieci monasteri di sacre Vergini. — Dei Religiosi poi quasi di tutti gli ordini vi avevano i loro conventi. — Inoltre vi erano le Chiese parrocchiali necessarie alla popolazione. Ed oltre a ciò per bene ammaestrare e nei costumi e nelle scienze la Gioventù, vi sono le scuole pubbliche; vi si mantiene il Seminario vescovile, e vi fiorisce maravigliosamente il Collegio fondato da Francesco Cicognini Pratese e dotato della sua ricca eredità, il quale ha costantemente da 150 a 170 Convittori che da ogni parte d’Italia vi concorrono: vi sono a maestri molti professori che con singolarissimo profitto ammaestrano e istruiscono i giovani nella morale e [p. ix modifica] nelle intellettuali virtù. — Non mancano ancora ai poveri i loro aiuti e sovvenìmenti; poiché gli infermi della città e suo contado son curati in un, ampio e ben agiato Spedale, in cui altresì si ricevono coloro che sono nati da incerti genitori, e con cura particolare si allevano, e le femmine specialmente, quasiché un numeroso monastero di religiose esse costituiscono. — Sono ottimamente custodite in un Conservatorio le fanciulle pericolanti. Stanno aperti due Monti di Pietà, nei quali ricevendosi in pegno ori, argenti, gemme, drappi ed altri panni e robe di valuta, s’imprestano danari, secondo il valore delle cose impegnate, acciocché per questa via, stiano gl’illeciti guadagni lontani da ogni sorta di persone: e del primo di questi Monti ne fu autore il Beato Cherubino da Spoleto, minore osservante, quando nell’anno 1476 si trovava in Prato a predicare: il quale Monte essendo stato nel funestissimo sacco dato a Prato dagli Spagnoli nel 1512 saccheggiato e con grande e pubblico danno tolto via [p. x modifica] interamente, fu poi dalla munificenza di Clemente VII sommo Pontefice, e dalla industria e generosità di Baldo Magini di Prato, benemerito della sua patria quanto altri mai, aperto di nuovo dopo 12 anni, cioè nell’anno 1524 e rimesso nel suo primiero stato. Inoltre fu data esecuzione all’ultima volontà di Leonardo Scarioni di Prato, il quale essendo mercante in Napoli, ed ivi Console della nazione veneziana, lasciò che dalla sua ampia eredità si fondasse in Napoli medesimo un monastero di sacre Vergini, le quali volle che fossero cittadine pratesi, e che si dovessero eleggere dal Magistrato della stessa città di Prato come è stato praticato in addietro. E finalmente vi è un luogo Pio chiamato il Ceppo, il quale ha di entrata quattordici mila scudi (circa a lire centomila italiane) e le impiega in ordine di sua fondazione, in dotare fanciulle, in sovvenire i poveri, ed in altre opere di carità, coll’intendimento che il tutto debba ridondare a benefizio de’pratesi. A tutte queste cose che sono comuni a tante [p. xi modifica] altre città, volle il Cielo accordare a questa città un Dono proziosissimo che è così singolare che nessuna altra città se ne può dar vanto; e questo dono è il Cingolo di Maria Vergine che da molti secoli si conserva in questa città, dove non solo dal resto della Toscana, che dai forestieri d’ogni condizione e d'ogni grado vengono in Prato con cristiana devozione a venerare. Può dunque la città di Prato gloriarsi d’avere in se stessa una Reliquia per l'antichità maravigliosa e per la sua qualità tanto eminente dirimpetto alle altre Reliquie, quanto è maggiore di tutti i Santi la Regina degli Angeli, che con essa ebbe cinto il suo verginale purissimo fianco, onde ella potè più d’una volta dallo stesso Gesù Cristo Redentor nostro essere toccata. Ragion vuole che per ossequio e gratitudine verso Maria Nostra Signora che la città di Prato con tanta parzialità sia distinta ed onorata.