Notizie storiche dell'antica chiesa di San Pier Forelli in Prato/Parte seconda/Costruzione della nuova chiesa, e descrizione della sua architettura

Costruzione della nuova chiesa, e descrizione della sua architettura

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Costruzione della nuova chiesa, e descrizione della sua architettura
Parte seconda Parte seconda - Descrizione degli affreschi, e dei bassirilievi del pulpito

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Costruzione della nuova chiesa,

e descrizione della sua architettura.


Così stabilito di conservare la chiesa di San Pier Forelli, dal concetto di un urgente restauro si passò ben presto al proposito di riedificarla dalle fondamenta. La difficoltà della spesa fu vinta; perchè con lire diciottomila soccorse il Patrimonio Ecclesiastico1, al rimanente si sobbarcò il nuovo parroco.

Fatto ed approvato il disegno, gli amministratori del Collegio Cicognini vollero prescritta la elevazione della fabbrica, perchè ad alcune finestre non venisse menomata la luce. Singolar cosa in vero, che i Gesuiti confessassero come dall’alzata del superbo Collegio la umile chiesa di San Piero venisse a perder lume, e a soffrire altri incomodi2; che i Gesuiti [p. 40 modifica]avessero in mente di alzarvi una chiesa per loro uso cospicua; e ora il Collegio non concedesse alla umile chiesa di elevarsi alquanto sull’antica muraglia. Composti con miglior consiglio siffatti piati, non è mia intenzione di rinnovarne pur la memoria: ma ricordarli era d’uopo, come causa delle lunghe sospensioni e degl’indugi a cui la fabbrica andò per vent’anni soggetta.

La nuova chiesa di San Pier Forelli ha la forma d’un rettangolo, in cima al quale s’apre un grand’arco, che dà l’entrata a una tribuna semicircolare, ov’è l’altar maggiore ed il coro. Quattro colonne, staccate dalla parete, formano nella tribuna cinque spazi; e in quello di mezzo è l’organo, nei due più prossimi all’arco grande sono altrettante porte. Posa sulle colonne un architrave, che seguendo il tondeggiare della tribuna, continua il fregio e il cornicione della chiesa, mentre sostiene una emisferica cupoletta. La quale è spartita a lacunari ottagoni, dentrovi uno svariato rosone, e a quadrati circoscritti da cornici; diminuiti in ragione del salire e del ristringere che fa la volta fino al colmo, dove per un occhio piove uguale abbondante la luce. Un fregio di putti con cascate di festoni a bassorilievo ricorre sulla parete dietro alle colonne, collegandosi alla cornice dell’organo, che al sommo porta fregi ed emblemi di musica. La volta semicircolare del tempio è così spartita. Due grandi fasce composte di lacunari romboidali la dividono in tre spartimenti, ciascuno dei quali ha un continuo ornato di lacunari ottagoni e quadrati, e un quadro dipinto nel centro. Ai detti spartimenti della volta rispondono nella parete tre vani per parte, che girano in arco di tutto sesto, e formano tante cappelle, alle quali s’interpongono i pilastri che reggono il cornicione: ma là dove ripiombano le due grandi fasce della volta, e quindi fra un’arcata e l’altra, i pilastri lasciano quattro sodi ribassati, in cui con molta industria si è trovato luogo a quattro confessionali; rivestendo il muro superiore con tre dipinti, per dare il posto del quarto ad un [p. 41 modifica]pergamo. Sotto le due arcate superiori e sotto le due inferiori sono quattro altari; nelle due del centro stanno le porte laterali. E sulle porte e sugli altari sono lunette, da cui la chiesa prende luce in basso; mentre dall’ampia lunetta, che sovrasta alla porta principale e al cornicione, è illuminata la volta.

L’ornato architettonico dell’interno è di ordine corintio: marmo nel pavimento, negl’imbasamenti; scagliola nel fregio, nei pilastri, nelle colonne; stucco nei cornicioni, ne’ capitelli, ne’ fiorami, nelle intagliate cornici, ne’ bassirilievi della tribuna e del pulpito. L’oro parcamente usato, lungi dal mostrare povertà, lascia meglio spiccare l’armonia delle linee; in che sta il pregio maggiore dell’arte.

Dirò dell’esterno. La facciata principale, rivolta a ponente, è decorata di pilastri e cornici di ordine ionico, che sostengono un attico partito a semplici fasce, e coronato da un frontespizio angolare di pietra. Nel centro è la porta, i cui ornamenti e il cornicione sono di vera pietra, come tutto l’imbasamento; mentre nel resto è imitata. Fra i pilastri ricorrono due nicchie; la gran lunetta risponde nell’attico; e nel fregio, che seguita sulla facciata a tramontana, stanno in lettere di rilievo queste solenni parole.

Nella facciata:

hic domvs dei est.

Dal lato di tramontana:

terribilis est locvs iste.

Il lato di tramontana ha una porta: quello di mezzogiorno è ricinto da un ambulatorio, che mette in chiesa per un’altra porta di fianco, e fa capo alla sagrestia. Dalla parte orientale [p. 42 modifica]il sacro edifizio è attaccato alla canonica, anch’essa quasi dai fondamenti edificata3; e sul muro di confine s’innalza un modesto campanile, costruito, come dicono, a vela.

Si stende la chiesa internamente trentadue braccia dalla porta principale all’arco della tribuna; e la tribuna si prolunga per altre undici braccia e mezzo. La larghezza è di braccia 13 e mezzo da sodo a sodo, crescendo di un braccio e mezzo ne’ vani delle cappelle. È l’altezza, dal pavimento a tutto il cornicione, braccia 15; al colmo della volta, braccia 24 e soldi 5. Si ascende alla tribuna per due scalini; e da quel piano all’occhio della cupola sono braccia 21 e soldi 18.4

A Torello Niccolai pistoiese devesi il merito dell’architettura e della direzione; in che ebbe a compagno Angiolo Pacchiani di Prato: i lavori in scagliola sono opera di Bernardo Bernardini da Pescia; quelli in stucco furono eseguiti in parte dal medesimo Niccolai, in parte da Vincenzio Buffi fiorentino: e lo scultore Ulisse Cambi modellò il fregio della tribuna sul disegno del professore Antonio Marini. Ai legnami lavorarono artefici di Pistoia e di Prato.

Note

  1. Rescritto dell’8 d’ottobre 1838.
  2. Vedi fra i Documenti, il n° X; a pag. xx.
  3. Erano, nell’antica canonica tre piccole stanze e una loggia a terreno, quattro stanze al piano superiore . Il Parroco acquistò, per via di conguagli, dal Collegio Cicognini due meschine casette.
  4. L’area dell’antica Chiesa è stata così aumentata in lunghezza braccia 10, in larghezza braccia 1½.