Non se credea che mai discolorasse
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Questo testo fa parte della raccolta XXIII. Tenzoni di rimatori perugini/I. Tenzone tra ser Marino Ceccoli, ser Cecco Nuccoli e Gilio Lelli
2 — SER CECCO
Ma è a temere che la loro fortuna risorga.
Non se credea che mai discolorasse
l’orata petra fuor del franco muro,
con l’agiur campo, nel qual raffiguro;
4ma che vigore e forza raddoppiasse.
E, ben che mò ritrosa si voltasse
sua prospera fortuna, poco curo,
sperando sempre; ché’1 tempo futuro
8subito fa salir quai son piú basse.
Tu vederai, se Morte non l’adombra,
farne voltar com’altra volta el tergo,
11e tremar piú, che non fa la codombra,
fuggendo coni’el pesce innanzi a mergo:
non ci varrá recar pietre né ombra;
14di cotal chiosa mia risposta vergo.