Io veggio scolorir gli aurate sasse

Marino Ceccoli

Aldo Francesco Massera XIII secolo Indice:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. II, 1920 – BEIC 1928827.djvu sonetti Io veggio scolorir gli aurate sasse Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

Peccavi, Deus, miserere mei Non se credea che mai discolorasse
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I — SER MARINO
I perugini stanno abbassando la potenza dei signori da Pietramala.

Io veggio scolorir gli aurate sasse
e sgranellale fuor del colle azzuro,
e l’uno e l’altro devenir si oscuro,
4che quase paioli d’ogne luce casse.
Le lor vertu sen van con lente passe,
forte piangendo per lo scoglio duro,
per trovar loco, che lo’ sia securo,
8dove riposen loro spirte lasse.
Né mur né fosso né poggio né ombra
non è, che de eostor si faccia albergo;
11ancie ciascun da sé glie schiude e sgombra.
Le lor vertute caminan ver’l’ergo;
la cruda petra un griffon bianco ingombra,
14cinto d’intorno d’un vermiglio asbergo.