Nel divoto soggiorno
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XX
PER BERNARDO CASTELLO
Il quale dipinse la chiesa
della Madonna di Savona
Nel divoto soggiorno
Di questa valle Alpina
La gente peregrina,
Che per pietate le ginocchia atterra,
5Infino a questo giorno
Altro a mirar non prese
Se non come cortese
L’alta Donna del ciel scendesse in terra:
Invan muovono guerra,
10Quasi nuovi giganti,
I Germanici mostri,
Contra i regni stellanti.
Scese dagli alti chiostri,
Scese cinta di rai
15A pastorel canuto,
E gli promise ajuto
Ne’ miserabil guai.
Come s’intese il grido
Di così gran pietate,
20Ogni sesso, ogni etate
Umíl sen venne in questi alpestri orrori,
Ed al paterno lido
Nessun rivolse il piede,
Senza provar mercede
25Di celeste conforto a’ suoi dolori;
Quinci infiammati i cori
Per eterna memoria
Ersero altari e tempio
Alla superna gloria.
30Ben fu d’amore esempio
Il sagro albergo ascoso
Nelle montane asprezze;
Ma l’umane ricchezze
Nol fean meraviglioso.
35L’Onnipotenza eterna
Talor par che dispregi
Le ricche pompe e i fregi,
Di che sì vaga è la terrena cura;
Talor anco governa
40I suoi culti altamente:
Ed ecco oggi repente
Tutte quelle arricchir povere mura.
Veggo nobil pittura,
Parto del tuo pennello,
45Tutte addolcir le ciglia,
O mio gentil Castello:
Leggiadra meraviglia
I peregrini ingombra,
Sì con la man dell’arte
50Son le chiarezze sparte
Contra gli orror dell’ombra.
Quanti popoli muti,
E sull’aria nembosa,
E sulla terra erbosa
55Girano i guardi, e fanno udire i detti?
Qui turba di canuti,
Che da lontan predisse;
E chi mirando scrisse
A ricolmar d’alta dolcezza i petti,
60Ma sotto varj aspetti,
L’eterna imperadrice
Or divien Madre, ed ora
Va su strania pendice;
Or su nel Ciel s’adora,
65E le labbra sue stesse
Muove a pro de’ viventi:
Noi tristi e noi dolenti,
Se così non facesse!
Tal ne dipingi; intanto
70Le peregrine voci
Van per l’aria veloci,
Ammirando il valor della tua mano;
Ma con più chiaro vanto
Viva fama l’estolle
75In su sacrato Colle,
Ove Pietro ha sua reggia in Vaticano:
Là del pensiero umano
Trapassa ogni ardimento
Incomparabil mole
80Degli occhi altrui spavento:
Non vede altrove il Sole
Opre di man sì rare,
Pur tra le più gradite
Tue tele colorite
85Quivi a mirar son care.
Schiera del ciel diletta
Allor che il dì s’asconde,
Ara co’ remi l’onde
Dell’alma Galilea per la riviera;
90Pietro sull’acque affretta
Fuor della nave il piede
Tosto che gir vi vede
Il suo Signor, che all’universo impera:
Il suo cammin dispera,
95Ed al Maestro grida;
Egli la man gli porge,
Ed a salute il guida,
Chi ciò scorge, non scorge,
Castel, colori e tele,
100Scorge animata gente:
Tanto sì bene ei mente
Il tuo pennel fedele.