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VI
Dietro spighe di tasso barbasso,
tra un rovo, onde un passero frulla
improvviso, si legge in un sasso:
4qui dorme pia gigli fanciulla.
Radicchiella dall’occhio celeste,
dianto di porpora, sai,
sai, vilucchio, di Pia? la vedeste,
8libellule tremule, mai?
Ella dorme. Da quando raccoglie
nel cuore il soave oblio? quante
oh! le nubi passate, le foglie
12cadute, le lagrime piante;
quanto, o Pia, si morì da che dormi
tu! Pura di vite create
a morire, tu, vergine, dormi,
16le mani sul petto incrociate.
Dormi, vergine, in pace: il tuo lene
respiro nell’aria lo sento
assonare al ronzìo delle andrene,
20coi brividi brevi del vento.
Lascia argentei il cardo al leggiero
tuo alito i pappi suoi, come
il morente alla morte un pensiero,
24vago, ultimo: l’ombra d’un nome.