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110 | myricae |
d’un gran pianto nel cuore, la traccia
di lagrime morte negli occhi.
Ah! ricordano un peso le braccia,
12ricordano un peso i ginocchi,
grave. Due sono i bimbi: uno piange;
ma dorme il più piccolo ancora:
ella versa dal cuor che si frange
16le lagrime d’ora e d’allora.
— Dormi, o angelo — o angelo, déstati,
déstati — mormora il cuore.
Tra la culla e una bara s’arresta
20la mano sua, rigida. Muore.
Il suo primo, il suo morto, è sparito
con lei che nell’ombra lo reca:
piange l’altro; ella n’ode il vagito
24col bianco stupore di cieca.
VI
Dietro spighe di tasso barbasso,
tra un rovo, onde un passero frulla
improvviso, si legge in un sasso:
4qui dorme pia gigli fanciulla.