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elegie 111


Radicchiella dall’occhio celeste,
     dianto di porpora, sai,
sai, vilucchio, di Pia? la vedeste,
     8libellule tremule, mai?

Ella dorme. Da quando raccoglie
     nel cuore il soave oblio? quante
oh! le nubi passate, le foglie
     12cadute, le lagrime piante;

quanto, o Pia, si morì da che dormi
     tu! Pura di vite create
a morire, tu, vergine, dormi,
     16le mani sul petto incrociate.

Dormi, vergine, in pace: il tuo lene
     respiro nell’aria lo sento
assonare al ronzìo delle andrene,
     20coi brividi brevi del vento.

Lascia argentei il cardo al leggiero
     tuo alito i pappi suoi, come
il morente alla morte un pensiero,
     24vago, ultimo: l’ombra d’un nome.