Musa, se cor gentil prego commove

Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Canzoni Letteratura Musa, se cor gentil prego commove Intestazione 25 aprile 2023 75% Da definire

Se per l'antica etate Quando il mel de' lor concenti
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni eroiche di Gabriello Chiabrera


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XL

DUCA D’UMENA1

Guerreggiò per i Cattolici
contra il Re di Navarra.

Musa, se cor gentil prego commove,
     All’aurea cetra tua sposa i miei carmi,
     Nè paventar l’orribil suon dell’armi,
     Che per alta pietà Carlo le move
     5Ma discendi veloce,
     E fra i campi di Francia alza la voce.
Quando in più ria stagion Gorgone indegna
     Contaminava il puro Ciel francese,
     Il Re languiva alle sacrate imprese,
     10Crudo Navarra dispiegava insegna
     Dal Vatican divisa,
     Sol fe’ contrasto il gran sangue di Guisa.
Allor godea l’abbominata Reggia,
     In che trionfa ognor l’Anglica Aletto,
     15Italia mia, colma di doglia il petto,
     Piangea di Pier la mansueta greggia
     Miseramente ancisa,
     Sol fe’ contrasto il gran sangue di Guisa.

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E se d’eretiche armi empieo le mani
     20Immensa moltitudine guerrera,
     Trasse anco al mar vittorïosa Lera
     L’audaci membra, e gl’impeti Germani;
     E spose, e genitrici
     Bramaro in van le ceneri infelici.
25Quai non venían dell’onorata guerra
     Al gran Trïonfator grazie dovute?
     Ma somma incomparabile virtute
     Del merto suo non ha mercede in terra;
     E trabocca sovente
     30Sotto perfido inganno alma innocente.
Or dell’opra durissima, funesta
     Negli Annali del Ciel duri memoria;
     Tu contra gli empj all’inclita vittoria,
     Carlo, novello Gedëon t’appresta
     35Fulminator dell’asta,
     Che gli abissi implacabile contrasta.
Tu certo il corso tuo prendesti appena
     Ver la Regina della nobil Senna,
     Che cospersa di giel tremò Ghienna,
     40E d’alto orror s’impallidì Turena,
     E fra il duol, che l’afflisse
     Batteo la guancia il gran nemico, e disse:
Mal per l’altero Scettro, ond’io geloso
     D’una invitta virtù fei strazio acerbo,
     45Questo leone indomito superbo
     Schernì l’assalto, ch’io gli mossi ascoso,
     Ecco che orribil ira
     Per entro il sangue a gran vendetta il tira.
Sol per onta di me s’ordì l’inganno,
     50Che di mia gente ogni memoria oscura;
     Non mai, non mai le Parigine mura
     Non mai contenti gli occhi miei vedranno;
     Nulla riman di speme,
     Gito è lo scettro, e la salute insieme.

Note

  1. Fratello del famoso Enrico duca di Guisa. Poichè fu questi ucciso a Blois nel 1588 per ordine del re Enrico III, egli a lui succedette come capo della Lega fino al 1596, nel qual anno riconciliatosi con Enrico IV, gli rimase fedele e lo servì utilmente sino alla morte che fu nel 1611.