Morte, nimica del guelfo verace
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Questo testo fa parte della raccolta XXV. Anonimi
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Per la morte di messer Piero de’ Rossi.
Morte, nimica del guelfo verace,
perché ci ha’ tolto si nobil signore,
el qual era per trarci d’ogni errore,
4recandoci vettoria e vera pace?
E sua virtú giammai non fu fallace
anzi fu sempre degna di valore,
po’ che di Parma usci con grande onore,
cacciandolo il mastino e sir rapace.
Deh dimmi, Morte, perché fatto l’hai?
Non te ne incresce di ferigli el core?
Che merito n’aspetti o che n’arai?
Po’ che spogliato ci hai di tanto onore,
muoviti immantanente, e si n’andrai
a far vendetta, che torni in valore.
Chiamo te per signore:
priego vendetta faccia, che sia chiara,
di questa morte, che c’è tanto amara!