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xxv - anonimi 65

po’ che di Parma usci con grande onore,
cacciandolo il mastino e sir rapace.
Deh dimmi, Morte, perché fatto l’hai?
Non te ne incresce di ferigli el core?
Che merito n’aspetti o che n’arai?
Po’ che spogliato ci hai di tanto onore,
muoviti immantanente, e si n’andrai
a far vendetta, che torni in valore.
Chiamo te per signore:
priego vendetta faccia, che sia chiara,
di questa morte, che c’è tanto amara!

XI

Invoca vendetta contro il tradimento dei veneziani.

Viva il pugliese e ’l còrso e ’l romagnuolo,
Caino e Giuda e Antinòro e Gano,
re Balzanese e Albizzo villano,
4e ’l frate, che ’l mal frutto diè con duolo;
Antipatrès e ’l fratello e ’l figliuolo,
Gicurto e Cassio e Bruto a mano a mano,
Achisse e Tolomeo re egiziano,
8e gli altri rei, che regnar sotto ’l polo;
po’ che Vinegia, donna di leanza,
parti per sé, e pose in su la fetta
11la particella a chi fiori sua danza.
Giustizia, se non muovi a far vendetta
di tal nequizia e laida fallanza,
14cosa non s’atterrá, che s’imprometta.
Ben che non tagli in fretta,
al parer di colui, ch’offeso è stato,
col tempo ciascun torto ha’ dirizzato.