Modificazione alla convenzione Laffitte per la concessione della strada ferrata Vittorio Emanuele di Savoia/Relazione alla Camera il 26 ed altro progetto di legge

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Modificazione e progetto di legge Réglement de la marche


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Relazione fatta alla Camera il 26 giugno 1854 dalla Commissione composta dei deputati Deviry, Depretis, Demartinel, Farina Paolo, Lanza, Bottone, e Farini, relatore.

Signori! — Voi sapete come per legge del 29 maggio 1853 fossero sanciti i capitoli stipulati dal Governo ai venti d’aprile colla compagnia Laffitte per la costruzione della strada ferrata della Savoia; voi conoscete le clausole del contratto.

Qui vuolsi ricordare che, adempiuto nel termine stabilito l’obbligo di dare in pegno la somma di 4 milioni e mezzo, la compagnia, o fosse la grande alterazione del credito pubblico, od altra meno scusabile ragione che ne fiaccasse la lena o la volontà, non compì in tempo debito gli studi, i disegni, le stime; di che avvenne che, non avendo potuto il Governo conoscerli ed approvarli, i lavori non fossero mai incominciati.

Il Governo fece istanze, fece querele, e mandò a Parigi il commissario regio coll’incarico di sindacare i conti dell’amministrazione e di fare intendere a! signor Laffitte come fosse sua ferma intenzione di rompere i riprovevoli indugi, usando, se fosse mestieri, il sommo suo diritto. Compiuto il sindacato dei conti, e fatte le indagini e le pratiche che migliori poteva, il commissario certificò essere impossibil cosa che, durante l’universale discredito delle speculazioni industriali, la compagnia avesse mezzi per intraprendere e condurre a sicuro fine l’opera divisata. L’amministrazione era invero degna di rimprovero, ma d’altra parte la difficoltà dei tempi era forse maggiore di qualsivoglia onesta e ferma volontà. Per la qual cosa, i ministri, fatto giudizio, che non fosse utile consiglio il costringere la compagnia a! severo adempimento degli obblighi contratti, stimarono minor male volgere il pensiero a studiare temperamenti pei quali fosse dato d’incominciare ed eseguire prontamente una notevole parte di lavori, da cui lo Stato e la Savoia potessero ripromettersi sufficiente vantaggio. Così, a dir breve, ebbe origine la convenzione del 27 aprile scorso sulla quale dobbiamo fare deliberazione.

Questi ne sono i sommi capi. La compagnia Laffitte si obbliga a costruire, nel termine di due anni, il tratto di strada che dalle sponde del lago di Bourget va a San Giovanni di Moriana; compiuto il quale essa deve significare se voglia attendere al proseguimento dell’opera divisata nei capitolati del [p. 1545 modifica] 20 aprile 1853 o se voglia rinunziare al suo contratto. Nel primo caso le sarebbe concessa una dilazione equa, ma i capitolati suddetti starebbero fermi ed immutati in ogni altra parte; nel secondo caso la compagnia dovrebbe cedere al Governo la strada costruita ed i materiali necessari a condurla pel prezzo non maggiore di 13 milioni a pagarsi con rendite dello Stato fruttifere il 5 per cento al pari. Non dirò le ragioni per le quali i ministri raccomandano siffatta convenzione; darò notizia delle opinioni dei commissari e della sentenza che prevalse.

Parve a tutti che i direttori della compagnia meritino riprensione. Se ai tempi infesti al credito ed alle imprese di questa natura si vuole imputare la difficoltà di adempiere tutti gli obblighi contratti in altri tempi non solo propizi, ma lusinghevoli, pur si vogliono riferire ad altre cagioni gl’indugi, le soverchie spese d’amministrazione e certe prodigalità di cui si prende notizia dai conti sommari che pubblichiamo (Vedi l’appendice, numeri I, II, III e IV). Per questa e per altre ragioni uno dei commissari, pensando che il Governo non debba procedere a nuove stipulazioni col signor Laffitte, propose si mantenesse fermo il capitolato sancito colla legge del 29 maggio 1853. Altri furono d’avviso non doversi approvare la nuova convenzione, ma sibbene fare abilità al Governo di tenere pratiche per veder modo di raggiungere con diverse condizioni lo stesso fine che esso si propone. Questi nostri colleghi avvalorarono l’opinione loro con una lettera scritta al 15 marzo dal signor Laffitte al commissario regio la quale stampiamo in appendice affinchè la Camera ne pigli documento (Vedi numero 5).

Ma la maggioranza, sebbene, in ciò concorde colla minoranza, non menasse buone certe ragioni politiche date dal Ministero nella sua relazione giudicando che ogni notevole indugio alla costruzione della strada transalpina sarebbe cagione di grave danno allo Stato ed alla Savoia, si è discostata dall’una e dall’altra sentenza.

Negare la sanzione alla nuova convenzione, decretando che si faccia eseguire quella dell’anno scorso, vale quanto lo stare in lite colla compagnia Laffitte. Poniamo caso adunque che s’intraprenda una lite: i tribunali, essendo manifesto e sodo il nostro diritto, sentenzieranno del sicuro che la compagnia o faccia il debito suo, o, a termini della capitolazione dell’aprile 1853, perda la somma data in pegno. Ma la compagnia, che nelle condizioni presenti non può adempiere tutti gli obblighi contratti, amerà meglio essere condannata in danaro e privata dalla concessione che incontrare danno maggiore e forse rovina. Così, trascorso tutto il tempo, non breve, che è necessario ad ottenere le sentenze dei tribunali ed a compiere le pratiche richieste dagli articoli 64 e 70 del capitolato, il Governo acquisterebbe bensì i quattro milioni e mezzo che tiene in pegno, ma non raggiungerebbe il fine che ci proponiamo, che è quello d’incominciare presto e di assicurare la costruzione delle strade ferrate della Savoia.

Anche il partito proposto da quei nostri colleghi, i quali non vorrebbero sancita la convenzione del 27 aprile, ma farebbero abilità al Governo di nuove pratiche per procacciare condizioni, a loro avviso, più convenienti, trarrebbe seco notevoli indugi senza assicurare la costruzione di un tratto di strada, che per se stesso possa dare buon frutto ed agevolare la continuazione dell’opera.

Per la qual cosa, importando grandemente l’incominciamento sollecito dei lavori che debbono avanzare il congiungimento delle nostre strade con quelle della Francia e della Svizzera occidentale, e nel tempo stesso procacciare alla Savoia i meritati benefizi che dalle strade ferrate si ripromette, la maggioranza stima che torni in acconcio l’approvare la convenzione proposta dai ministri. La divisata strada, lunga 84 chilometri circa, a quel modo che sarà utilissima alla Savoia, vantaggierà i commerci dello Stato e le nostre strade cisalpine, come quella che recherà ad atto i mezzi di pronta comunicazione da San Giovanni di Moriana sino a Parigi.

Se non che, ponendo il caso che la compagnia Laffitte rinunzi al contratto, viene in considerazione il peso di cui lo Stato si carica, obbligandosi a pagare per prezzo dell’opera un’annua rendita che può raggiungere la somma di 750,000 lire. Ma dacchè i capitolati della convenzione provvedono che si faccia diligenza di spendere il danaro acconciamente ed in modo produttivo, e dacchè può farsi ragionevole conghiettura che questa strada da Aix a San Giovanni di Moriana sia per dare molto frutto, egli è manifesto come lo Stato non vada incontro a quella gravezza che a prima giunta potrebbe parere soverchia. Nè bisogna dimenticare che se pure la strada non fruttasse quanto si spera, lo Stato, che dall’articolo 8 della capitolazione del 1853 era obbligato a garantire il frutto del 4 1/2 per cento, e che a termini della nuova convenzione ne pagherebbe il costo con rendita 5 per cento al pari, in ogni peggiore caso si caricherebbe di un peso di poco momento.

Ma quantunque i vostri commissari facciano buona la nuova convenzione, essi credono che si debba con più efficaci clausole provvedere, che il danaro si spenda veramente in modo produttivo, e perciò vi propongono di sancire per legge l’osservanza dei regolamenti amministrativi e tecnici che stampiamo in appendice (numero VI e VII) e di decretare che le spese di amministrazione della compagnia non oltrepassino l’annua somma di lire 80,000. Reputano eziandio conveniente lo stabilire che il Governo abbia sì la facoltà, se la compagnia rinunzi al contratto, di riscattare la strada da Aix a San Giovanni di Moriana sei mesi dopo la collaudazione dei lavori e l’intrapreso esercizio, ma che a ciò non debba obbligarsi che dopo un anno, con che gli si lascia maggior tempo a fare sperimento della buona costruzione. Infine volendosi chiarire l’intenzione di continuare la costruzione delle strade transalpine divisata nei capitolati del 20 aprile 1853, crede la maggioranza che torni in acconcio l’aggiungere alla legge un articolo il quale mantenga ferme le disposizioni principali di quei capitolati pel caso in cui il Governo, riscattata dalla compagnia Laffitte la strada della quale si ragiona, debba procedere a nuove pratiche di concessione. E per la stessa ragione gli pare opportuno l’avvalorare l’articolo 4 della convenzione in cui è sancito l’obbligo di acquistare i terreni necessari alle stazioni stabili nella previsione del compimento dell’intiera rete della strada, con un articolo di legge che riguardi la stazione d’Aix.

E con queste aggiunte alla legge la maggioranza vi propone di approvare la convenzione stipulata al 27 di aprile scorso colla compagnia Laffitte. La Camera vorrà in cortesia scusare il relatore, se nella grande strettezza del tempo egli non ha potuto compiere il suo ufficio in modo meno indegno della sua indulgenza.

Ogniqualvolta, o signori, vinciamo il partito di qualche grande opera di pubblica utilità, noi possiamo confortarci nel pensiero di rendere testimonianza irrepugnabile della virtù di quegli ordini pei quali la liberà volontà dei popoli ha potestà di deliberare con generoso consiglio e di condurre con perseveranza coraggiosa tutte le imprese onde la patria aspetta incremento di civiltà e di ricchezza. Perocchè se mai fu Stato che di quella virtù desse chiaro esempio, ei sia certamente il nostro, il quale con coraggio maggiore delle [p. 1546 modifica] gloriose sventure, mercè il suffragio dei popoli, si allevò in tempi pieni di disgrazia e d’incertezza a stupende imprese che invano sono desiderate in altri Stati più cospicui o meno provati dalla fortuna.

PROGETTO DI LEGGE.

Art. 1. È approvata la convenzione stipulata il 27 aprile 1854 tra il ministro delle finanze e quello dei lavori pubblici rappresentanti lo Stato, e Carlo Pietro Eugenio Laffitte, presidente del Consiglio d’amministrazione della compagnia della strada ferrata Vittorio Emanuele, e da questa approvata nell’assemblea generale de! 23 maggio 1854, portante modificazione al capitolato di concessione annesso alla legge de! 29 maggio 1853.

Art. 2. La compagnia della strada ferrata Vittorio Emanuele è obbligata all’osservanza di tutte le clausole e disposizioni dei regolamenti amministrativi e tecnici annessi alla presente legge, pei quali sono stabilite le norme a seguirsi dai commissari e dagl’ingegneri del Governo pel sindacato dei conti, per l’ispezione dei lavori e per la sopravveglianza alle spese di qualsivoglia natura.

Art. 3. Le spese, quali si sieno, di amministrazione della compagnia, comprese quelle del servizio tecnico, saranno ridotte per modo che non oltrepassino in verun caso la somma di annue lire ottantamila.

Nel caso che il Governo riscatti dalla compagnia il tratto di strada da Aix a San Giovanni di Moriana, esso non potrà tener conto di qualsivoglia spesa che oltrepassi il limite sopraccennato.

Art. 4. Se nel termine di sei mesi, a datare dalla compiuta e collaudata costruzione e dall’intrapreso esercizio della strada ferrata, la compagnia, a termini dell’articolo 9 dell’annessa convenzione, rinunci a costruire l’intiera rete divisata negli articoli 1 e 2 del capitolato del 20 aprile 1853, il Governo sarà obbligato a riscattarla entro un termine non minore di sei mesi e non maggiore di un anno.

Art. 5. La stazione d’Aix sarà collocata e costruita per modo che possa essere accomodata alla continuazione della strada al confine del cantone di Ginevra.

Art. 6. Se la compagnia Laffitte rinunci alla concessione, il Governo promuoverà la formazione di una nuova compagnia, che s’incarichi della costruzione di tutta la strada ferrata della Savoia secondo il disegno stabilito colla legge del 29 maggio 18S3; manterrà ferma la guarentigia del 4 l/2 per cento, minimum d’interesse sulle somme spese, e cederà alla nuova compagnia il tronco da Aix a San Giovanni di Moriana al prezzo pagato pel riscatto.

La convenzione che sarà stipulata colla nuova compagnia sarà sottoposta all’approvazione del Parlamento.

Art. 7. Il Governo è autorizzato, verificandosi il caso previsto all’articolo 9 dell’annessa convenzione, ad emettere una rendita redimibile dì lire settecento cinquantamila al 5 per cento in aumento a quella di creazione del 12 e 16 giugno 1849.

Saranno applicabili a questa ulteriore emissione di rendita le stesse regole per la sua estinzione e le altre disposizioni vigenti per quella summentovata dei 12 e 16 giugno 1849. [p. 1547 modifica]

APPENDICE


N° I.

Compagnie du chemin de fer Victor-Emmanuel


COMPTE-ETABLISSEMENT


Etat des dépenses du premier trimestre 1854.

Situation au 31 mars 1854.


Dépenses au 31 décembre 1853 Premier trimestre 1854 Total au 31 mars 1854
Dépenses antérieurs à la constitution de la société 35,853 33 1,238 40 37,091 73
De cette somme il faut déduire pour placement de fonds antérieurs à la constitution de la société » » 15,856 65
Administration et personnel 52,908 40 32,041 68 84,950 08
Commissions de Banque 250,654 10 201 45 250,855 55
Loyer » 3,327 50 3,327 50
Imprimerie, papeterie, frais de bureaux 7,916» 1,249 25 9,165 25
Timbres sur les actions 36,750 » 12,500 » 49,250 »
Voyages et déplacements 1,533 70 5,565 75 7,099 45
Frais de contrôle et de surveillance » 10,000 » 10,000 »
Publicité et affichage 1,307 » 282 25 1,589 25
Dépêches télégraphiques, ports de lettres et de paquets 737 42 1,175 20 1,912 62
Divers 487 05 540 95 1,028 »
334,227 62
Service des ingénieurs et de la délégation 80,960 45 40,122 97 121,083 42
Les dépenses de ce dernier service ont été depuis le 31 décembre 1853 réparties dans les divers chapitres ci-dessus. Etudes et tracés de la ligne
Etudes et surveillance des travaux du matériel 3,940» 5,829» 9,769»
Petit matériel et mobilier 1,049 50 1,209 55 2,259 05
Coupons d’intérêts à 2 25 par action 98,271» 73,140 75 171,411 75
Montant des dépenses 572,867 95 188,424 70 760,792 65
A déduire » » 15,856 65
Total à la situation » » 744,936
Cautionnement déposé 4,329,073 55
4,901,441 50
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N° II.

Compagnie du chemin de fer Victor.Emmanuel


COMPTE-ETABLISSEMENT


Situation au 31 mars 1854


Dépenses

Dépenses générales.

Dépenses antérieures à la constitution de la société L. 21,235 08
Administration et personnel » 84,950 08
Commission de Banque à messieurs De Rothschild frères sur la réalisation du capital. » 250.000 »
Commission de Banque à la Banque de Savoie » 855 55
Frais généraux » 88,372 07
Intérêts sur les actions (premier semestre) L. 225,000 »
A deduire lo coupon sur 23,187 actions » 53,558 25
L. 171,411 75 171,411 75
L. 611,824 35
Service de l'ingénieur en chef.
Frais d’études et de tracés de la ligne » 121,083 42
Service du matériel.
Etudes, voyages, etc L. 9,769 »
Petit matériel et mobilier » 2,259 05
L. 12,028 05 12,028 05
Montant des dépenses L. 744,936 »
Ressources disponibles.
Caisse, Banque, valeurs en portefeuille L. 1,590,219 60
Débiteurs divers1 » 1,230,000 »
Cautionnement » 4,329,073 55
L. 7,149,293 15 7,149,293 15
L. 7,894,229 55
Recettes.
Versements sur les actions.
Premier dixième (100) L. 10,000,000 »
A déduire le versement sur:
15,000 actions réservées aux entrepreneurs, selon la convention du 2 février 1853 » 2,381,700 »
8,817 actions disponibles et pouvant être annulées lors delà fixation définitive du capital, après l’approbation du Gouvernement
L. 7,618,300 »
Intérêts sur placements de fonds » 250,884 15
Montant des recettes L. 7,878,184 15
Créanciers divers » 16,045 »
4,730 coupons d’actions restant à payer L. 10,642 50
Dépenses ordonnancées et non encore payées » 5,402 50
L. 16,045 »
L. 7,894,229 15


Les administrateurs
Charles Laffitte — Charles Odier
Hautes Rogniaz.


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N° III.

RIASSUNTO


STRADA DI FERRO VITTORIO EMANUELE


Situazione al 31 marzo 1854


Spese generali.


1° Interessi sulle azioni L. 171,411 75
2° Commissione di Banca » 250,855 55
3° Bollo francese e sardo sulle azioni. » 49,250 »
4° Cauzione versata » 4,329,073 55
L. 4,800,590 85
5° Spese di amministrazione e studi » 273,418 60
Totale L. 5,074,009 55
Cassa valori e crediti » 2,820,219 60
L. 7,894,229 15

Sottoscritto: Commissario T. Oldofredi.



N° IV.

Stato del personale e relativi stipendi della compagnia
della strada ferrata Vittorio Emanuele.

1° Consiglio di amministrazione a termini dell’articolo 18 degli statuti approvati colla regia ordinanza 23 marzo 1853, annue L. 72,000
2° Amministrazione centrale a Parigi:
Segretario, annue L. 4,800
Impiegato alle azioni » 2,700
Capo contabile » 3,600
Consiglio giudiziario. » 6,000
Garçon de bureau » 1,200
L. 18,300 18,300
8° Delegazione di Chambéry:
Delegato Barbier L. 12,000.
Impiegato segretario » 2,400
Copista » 1,200
Garçon de bureau » 1,500
L. 17,100 17,000
4° Servizio tecnico:
Ingegnere Newman, accettato in massima con lettera ministeriale 8 giugno 1853, numero 682 L. 40,000
Capo del materiale e sei ingegneri » 39,340
Assistenti » 42,000
L. 121,340 121,340
L. 228,740

Lettre de Charles Laffitte au comte Oldofredi, commissaire royal de la compagnie du chemin de fer Victor-Emmanuel.

Paris, le 15 mars 1854.

 Monsieur le comte,

Les complications européennes sont telles aujourd’hui que la guerre en paraît devoir inévitablement surgir.

La France et l’Angleterre, qui ont fourni au chemin Victor-Emmanuel presque tous ses souscripteurs, devront peut-être pendant assez longtemps consacrer toutes leurs forces vives à une lutte si sérieuse, et cela au détriment très-probable des entreprises industrielles où les deux pays sont engagés.

Le cours très-déprimé des effets publics offre d’ailleurs aux capitaux un attrait puissant, concurrence fâcheuse pour les actions des chemins de fer.

Ces observations se trouvent confirmées par ce qui se passe en ce moment sous nos yeux. C’est, d’une part, l’extrême empressement du public à souscrire l’emprunt de 250 millions, traité directement par le Gouvernement français, et de l’autre, l’échec regrettable des différentes grandes compagnies qui viennent de faire, même à de très-bonnes conditions, d’inutiles efforts pour se procurer les fonds nécessaires à leur service.

Ou est donc fondé à croire que l’appel d’un nouveau versement, adressé par la compagnie du Victor-Emmanuel à ses actionnaires, courrait grand risque de demeurer sans résultat, et pourrait par cela même compromettre l’avenir de l’entreprise.

C’est sous l’impression de ces circonstances que beaucoup de porteurs d’actions viennent sans cesse exercer la plus vive pression sur le Conseil administratif, pour le déterminer à ne pas donner suite à son traité avec le Gouvernement sarde, ainsi que vous avez pu, monsieur le comte, vous en convaincre par vous-mème.

Mais, si le Conseil prend en grand considération des intérêts qui ont de si justes droits à sa sollicitude, il n’oublie pas non plus ce qu’il doit à ses engagemens avec l’Etat; il est touché de l’extrème impatience de la Savoie, et des alarmes où la jetterait l’abandon d’un projet sur lequel se fondent ses meilleures espérances; il est pénétré de la situation du Ministère vis-à-vis des Chambres, et connaît, par l’exemple de ce qui s’est longtemps passé à Paris, les difficultés du régime parlementaire en de semblables transactions.

Pour satisfaire à la fois à tant d’intérêts essentiellement liés entre eux, mais momentanément divisés, le Conseil a cru devoir rechercher les moyens de faire l’usage le plus prompt et le plus avantageux possible des valeurs acquises à la compagnie.

Malgré quelques lenteurs et quelques embarras, qu’il était facile de prévoir du côté de la montagne de l’Epine, nous avions d’abord songé à commencer sur la ligne de Saint-Genix, et nous avions eu l’honneur de vous en entretenir, monsieur le comte. Nous connaissons les motifs politiques qui appelaient de ce côté les préférences du Ministère; mais nous avons reçu depuis une copie des plans adressés dès le 4 de ce mois à Turin par monsieur Newmann. Nous avons reconnu que, sur le parcours de cette section, se trouvaient deux souterrains ayant ensemble 6000 mètres à percer dans des conditions très-difficiles; que ces souterrains absorberaient probablement à eux seuls plus que le montant des sommes disponibles, exigeraient plusieurs années de travail, et, si la situation se prolongeait, dévoreraient les intérêts après le [p. 1550 modifica] capital, sans aucune compensation pour les actionnaires, comme sans utilité pour l’Etat, les tunnels devant demeurer inutiles tant qu’on n’aurait pas les ressources suffisantes pour achever le surplus du parcours.

Les mêmes observations frappent le système qui aurait consisté à disséminer nos forces sur différentes parties du chemin, commençant de tous côtés des tronçons que le prolongement de la crise, et l’inutilité consécutive des appels de fonds, pourraient faire abandonner.

Les percées des tunnels auraient en outre l’inconvénient de n’employer qu’on nombre plus restreint d’ouvriers spéciaux presque tous étrangers à la Savoie.

On aurait pu encore commencer du côté de Genève; mais vous avez, monsieur le comte, pris communication de toute notre correspondance avec le Gouvernement du Canton; vous avez vu à quel point elle était nette, précise, pressante de notre part, et obscure, embarrassée, dilatoire du côté de la République. Les négociations, poursuivies depuis près de neuf mois, avec une persévérance digne peut être d’un meilleur succès, n’ont encore amené, entre nous et l’administration cantonnale, aucune conclusion sur laquelle puisse se fonder l’espoir d’une concession prochaine, ou la détermination de notre section d’arrivée à la frontière.

C’est donc sur le surplus du parcours, c’est-à-dire sur une partie de cette longue ligne qui s’étend d’Aix à Modane qu’il semblerait prudent de concentrer aujourd’hui tous nos efforts, en calculant l’adjudication de l’entreprise sur l’étendue des ressources certainement réalisables, de telle façon que, quels que fussent les événements, les Gouvernement fût sûr d’avoir une section complète et livrée à la circulation, et la compagnie certaine de ne pas contracter avec les entrepreneurs des engagements de nature à excéder ses facultés.

Nous avons mandé notre ingénieur en chef à Paris, afin que, profitant de votre présence, monsieur le comte, et de celle de notre délégué, nous puissions d’un commun accord déterminer quelle serait la division réunissant au plus haut degré les conditions suivantes:

1° D’être la plus utile aux populations et par conséquent la plus productive;

2° D’être la plus promptement et la plus facilement exécutable, et par conséquent la plus longue possible, et la moins dispendieuse relativement à cette longueur.

Ces points établis, et monsieur le chevalier Ranco une fois d’accord avec monsieur Newmann sur les points très-peu nombreux où ils ne se seraient pas encore entendus, nous pourrions adjuger immédiatement les travaux et les faire commencer sans retard, profitant ainsi de toute la belle saison.

Dès que la crise politique aurait cessé, les choses reprendraient leur cours ordinaire. Nous ferions de nouveaux appels, et aiors on pourrait attaquer tout le reste de la ligne.

Mais, jusque-là, il serait indispensable, pour obtenir un résultat d’importance réelle, que le Gouvernement fit entrer la totalité ou la presque totalité du cautionnement dans les travaux à exécuter d’une manière complète, ce qui ne ferait que substituer une garantie en chemin exploitable à une garantie en effet publics; substitution éminemment avantageuse pour l’Etat et pour le pays, alors surtout que la section complète aurait été établie dans la partie reconnue entre nous comme la plus utile et la plus fructueuse.

Quand les travaux devaient porter toute la ligne à la fois, on comprenait la réserve qui, malgré le chiffre énorme du cautionnement, ne mettait à notre disposition que la moitié des sommes dépensées, par la raison exprimée plus haut que des tronçons épars devaient perdre beaucoup de leur valeur en cas d’abandon forcé; mais, dans la combinaison actuelle, l’Etat peut, sans aucun inconvénient, faire les dépenses concurremment avec nous, en y consacrant des sommes égales, prises sur le cautionnement, jusqu’à concurrence de nos valeurs disponibles, et même, s’il avait un certain excédant, le consacrer au parachèvement de la section adoptée qui constituerait par le fait, à elle seule, un chemin en exploitation, partie et garantie de la ligne totale.

Veuillez, monsieur le comte, donner communication de cette lettre à messieurs les ministres des finances ed des travaux publics, et permettez-nous d’espérer que vous voudrez bien appuyer de votre précieuse recommandation une démarche dont l’unique objet est de sauvegarder, au milieu de circonstances tout exceptionnelles, les différentes responsabilités engagées dans une affaire si grave et si intéressante. L’appréciation de nos vœux ne saurait être placée en de meilleures mains.

Agréez, monsieur le comte, la nouvelle assurance de ma plus haute considération.

Le président du Conseil d’administration
Charles Laffitte.



  1. Reçu depuis le 31 mars jusqu’à ce jour L. 630,000
    Solde nouveau » 580,000
    L. 1,230,000