Memorie dell'ingegnere Giovanni Milani/Capo IV

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Capo III Capo V
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CAPO IV.

Pei danni pubblici e privati suddetti non potersi parlar d'indennizzi, e perchè. Di qual natura e di qual misura sarebbe un compenso determinato per parte aliquota della futura rendita della linea da Brescia a Milano per Bergamo.

XXIII. Pei danni pubblici e privati suddetti non potersi parlar d’indennizzi, e perché.

76. E che si parli ora d’indennizzi d’accordarsi alla Società lombardo-veneta, ove essa acconsenta che la sua grande linea svii per Bergamo e Monza, ommettendo di eseguire il proprio tronco da Brescia a Milano, non meno che la diramazione per Bergamo: e che ciò ch’è, per sua istituzione, e per approvazione sovrana, una strada sola, un servizio solo, una Società sola, da Venezia a Milano, divenga due, cioè una da Venezia a Brescia, l’altra da Brescia a Milano!!

77. E intanto perchè non si fa parola del danno pubblico? Si spera forse che, tacendone, potrà essere obbliato da un governo vigilante e paterno come il nostro? che potrà essere sacrificato ad un qualche individuale interesse? Se lo si spera, si spera indarno.

78. Or chi sarà per predire, per calcolare l’immensità di questo danno pubblico derivante da questi due gravi errori, dalla inopportuna direzione e posizione della linea e dallo spezzarsi in due, linea, società, amministrazione di transito? [p. 44 modifica]

Chi sarà per credersi tanto ricco, società od individuo, da poter dire: sono qui, e basto per supplire a tutto? E se fosse per dirlo, come sperare che egli possa essere creduto? E se non gli fosse creduto, come garantirlo per ora, e più nel futuro?

E, se pure questo danno fosse commensurabile, se pur si trovasse chi bastasse a supplirvi, a chi accordar l’indennizzo? Come accordarlo? Come giungere con questo mezzo dell’indennizzo all’intento del generale incivilimento, del pubblico comodo, della pubblica agiatezza, a cui mirano e giungono le grandi, le nuove vie di comunicazione, e singolarmente le strade a vapore?

79. E, passando dal pubblico ai privati, passando alla Società lombardo-veneta: chi saprà calcolare il danno di questa Società, e, calcolatolo, chi potrà supplirvi pel non impiego di ben venti milioni1 nei tronchi che si vorrebbe ch’essa abbandonasse da Brescia a Milano, e da Treviglio a Bergamo? i quali, dietro calcoli moderati, possono fruttare un nove per cento all’anno, cioè un quattro per cento netto sopra il frutto attuale del danaro in commercio;

per la diminuzione di transito, e quindi di rendita che avverrà nella linea da Venezia a Milano;
per diminuzione delle attuali affluenze;
per l’impossibilità di affluenze future mediante strade di ferro;
per forti pendenze;
per maggiori spese di costruzione, di manutenzione, di amministrazione, di transito;
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per lentezza di viaggio;
per complicazione di servizio;
pei ritardi in cammino

provenienti dallo sviamento della linea per Bergamo e Monza, e dalla divisione della Società in due.

XXIV. Di qual natura e di qual misura sarebbe un compenso determinato per parte aliquota della futura rendita della linea da Brescia a Milano per Bergamo.

80. Che se poi l’indennizzo d’accordarsi alla Società lombardo-veneta, ristretta al solo cammino da Venezia a Brescia, fosse un parte aliquota dell’altra linea da Brescia a Milano per Monza e Bergamo, questo modo d’indennizzo sarebbe intanto un nuovo aggravio, un nuovo scapito della linea da Bergamo, una nuova cagione d’incarimento della analoga tariffa di transito, e quindi una nuova cagione di diminuzione di transito a danno dell’intiera strada da Venezia a Milano; ed in fine, a danno del pubblico bene. Poi questa fonte d’indennizzo, la rendita della strada da Milano a Brescia per Bergamo, è affetta da tutte le cagioni di isterilimento e di impoverimento che abbiamo dimostrato esistere a danno del transito della linea per Monza e Bergamo, sicchè e la fonte sarà povera, ed una delle sue parti aliquote più povera ancora.

81. Ma fosse anche la rendita della strada da Milano a Brescia per Monza e Bergamo tanto ricca quanto la vogliono i suoi fautori, quanto la vogliono gli autori dei calcoli economici stampati sul profitto di quel cammino, ancora una sua parte aliquota sarebbe una misera ed ingiusta cosa a petto dei compensi cui avrebbe diritto la Società lombardo-veneta pei danni che soffrirebbe in sè, per gli utili che potrebbe recare all’altra di Bergamo, ove venisse alla fatale risoluzione di spezzare la propria linea a Brescia per ivi unirsi all’altra da Bergamo a Monza.

82. I danni della Società lombardo-veneta sarebbero:

I. Minor impiego di venti milioni di capitale, e su questi una perdita annua di un quattro per cento netto (§ 79), e quindi di annue lir. 800,000.
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II. Diminuzione di transito sopra l’intiera linea da Brescia a Venezia per gli scapiti già dimostrati della rimanente da Brescia a Milano per Monza e Bergamo, e per la divisione dell’intiera linea in due Società.

III. Maggiori spese nella amministrazione, nella direzione tecnica superiore, nei veicoli necessarii al trasporto in ragione della minor lunghezza della strada e del minor transito.

83. Malgrado la notabile diminuzione di prosperità che soffrirebbe la linea da Brescia a Venezia per l’abbandono del cammino retto da Brescia a Milano, ancora ciò che fosse per rimanerle farebbe del di lei concorso, nella linea da Brescia a Milano per Bergamo, un ricco influente, e quindi la Società lombardo-veneta avrebbe diritto ad un compenso proporzionale al vantaggio che sarebbe per recare all’altra di Bergamo e Monza.

84. La linea dunque di Bergamo e Monza, e chi per essa, dovrebbe annualmente alla Società lombardo-veneta:

I. Un premio di confluenza.

II. Indennizzo per diminuzione di concorso.

III. Indennizzo per maggiori spese di amministrazione, direzione e veicoli di trasporto in ragione della minore lunghezza della strada.

IV. Rimborso di 800,000 lire per perdita sopra capitali impiegati di meno.

85. Ammesso il concorso della linea lombardo-veneta, a Brescia, nell’altra di Bergamo, bisogna distinguere in due parti il transito della linea di Bergamo da Brescia a Milano.

I. Il transito naturale, quello indipendente affatto dalla congiunzione.

II. Quello che le sarebbe aggiunto dalla confluenza della linea lombardo-veneta. Si ammetta pure che il transito naturale, quello indipendente dalla unione, sia tanto ricco quanto fu calcolato nei conti economici dei progetti relativi alla costruzione di quella linea. [p. 47 modifica]

L’annua rendita lorda della strada da Milano a Monza venne calcolata nel progetto dell’ingegnere sig. Sarti in lir. 210,000
E quella della strada da Monza a Bergamo, pure nel progetto dell’ingegnere sig. Sarti2, in 626,000
In una Memoria stampata dai signori Bergamaschi2 fu dichiarato, che le relazioni della provincia e della città di Bergamo verso Milano sono maggiori di quelle con Brescia e con altre città della linea veneta. Pure per larghezza di conto teniamo che la rendita della strada da Bergamo a Brescia sia eguale alla somma delle rendite delle altre due città, cioè sia di 842,000
Seguendo questi dati, il transito naturale di quella strada darebbe un annuo ricavo lordo di lir. 1,684,000

86. Pongasi che, come si vociferò, la parte aliquota della rendita lorda della strada da Brescia a Milano per Bergamo, che si vorrebbe assegnare a compenso totale della Società lombardo-veneta, sia un quinto.

Allora per tutto l’incremento di transito, e quindi di rendita, dovuto alla confluenza della Strada lombardo-veneta, si vorrebbe per sè i quattro quinti della rendita brutta, cioè i tre quinti della rendita netta, dando un solo quinto di questa rendila brulla, cioè i due quinti della netta, alla Società lombardo-veneta, a cui l’intiero incremento sarebbe dovuto.

E si darebbe poi per ogni altro titolo di compenso il quinto della rendita brutta del transito naturale della linea, cioè annue lire 336,000, stando anche ai calcoli dei fautori e degli autori del progetto.

Quindi l’epilogo del conto indennizzi sarebbe questo: nessun indennizzo per diminuzione di concorso, pel danno mag[p. 48 modifica]giore di tutti; nessun indennizzo per maggiori spese di amministrazione, direzione e veicoli di trasporto in ragione della minore lunghezza della strada e del diminuito transito;

Due quinti soltanto di tutto quello ch’è intieramente dovuto alla nuova ricca influenza.

E sulla somma di annue lir. 800,000, che si perdono per meno impiego di capitale, la povera somma di lir. 336,000, cioè un mezzo milione di meno.

87. Ecco, se la voce pubblica non isbaglia, ecco l’indennizzo, ecco i compensi ai quali si vorrebbe che la Società lombardo-veneta sacrificasse, ommettendo la propria linea retta da Brescia a Milano, il pubblico bene ed il proprio interesse.

Note

  1. Valori desunti dal progetto generale relativo alla costruzione della strada.
    Da Milano a Treviglio austr. lir. 6,338,792
    Da Treviglio a Chiari 5,580,542
    Da Chiari a Brescia 4,794,737
    Da Treviglio a Bergamo 2,986,016
                        Totale austr. lir. 19,700,087
  2. 2,0 2,1 Sulla progettata strada di ferro da Bergamo a Milano, in continuazione in quella da Monza a Milano. — Bergamo, dalla stamperia Crescini, 1838.