Memorie dell'ingegnere Giovanni Milani/Capo III

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CAPO III.

Come e di quanto il pubblico danno e lo scapito della Società lombardo-veneta aumenterebbonsi se, non istandosi paghi a sviare la grande linea dal cammino retto tra Brescia e Milano, si volesse anche spezzare in due la Società a Brescia.

XXII. Come e di quanto il pubblico danno e lo scapito della Società lombardo-veneta aumenterebbonsi se, non paghi a sviare la grande linea dal cammino retto tra Brescia e Milano, si volesse anche spezzare in due la Società a Brescia.

75. E nuove ricche fonti di danno pubblico e di scapito alla Società lombardo-veneta sorgerebbero se, non istando paghi di sviare la grande linea della strada di ferro lombardo-veneta da cammino dritto tra Brescia e Milano, affine di condurla per Bergamo e Monza, si volesse anche spezzare la Società, la costruzione, il servizio della strada in due parti a Brescia.

Questa seconda sventura della grande opera renderebbe difficile, per le difficoltà degli accordi, ogni uniformità di costruzione, ogni miglioramento futuro nei veicoli di trasporto, nelle macchine locomotive; ogni semplicità, ogni regolarità, quindi ogni economia ed ogni celerità di servizio. Vi sarebbe inoltre perdita di denaro e scialacquo di tempo; quindi anche per questo diminuzione di transito sopra tutta la linea.

Due essendo le Società, le spese di direzione sarebbero quasi doppie: doppie quelle della direzione superiore tecnica, quasi doppio l’impiego dei capitali occorrenti per le macchine e pei veicoli di trasporto.

Giunti a Brescia, da qualunque lato si venisse, una Società dovrebbe consegnare all’altra i proprii viaggiatori, i bagagli, le merci, farli discendere o scaricarli dai proprii veicoli di trasporto, perchè potessero salire od essere caricati nei veicoli di trasporto dell’altra Società. Pei bagagli e le merci occorrerebbe una consegna regolare dietro peso, riscontro, registro; e ciascun viaggiatore poi dovrebbe acquistare un nuovo biglietto di viaggio a seconda della propria destinazione. [p. 43 modifica] Quindi un nuovo e non iscarso incarimento nei movimenti commerciali del Regno, per le spese di carico e scarico, che non sono poche, che sono forti in confronto delle spese di trasporto; nuova perdita e grandissima di tempo, perchè si tratterebbe di ore e di ore; locchè tutti crederanno facilmente, solo che riflettano che colle strade a vapore i viaggiatori giungono a centinaia, e le merci a traini di cento tonnellate. Allora sì, che il viaggio da Venezia a Milano per la strada di ferro non sarebbe più una dilettevole corsa a vapore, ma un edificante esercizio di pazienza.