Misurare è necessario

../8 ../9a IncludiIntestazione 16 maggio 2008 75% Matematica

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Già dai tempi dell’uomo primitivo apparve la necessità di misurare. Misurare le cose e gli oggetti più ampi, o più grossi, confrontare il peso delle cose si dimostrarono subito argomenti da definire. La necessità degli scambi, dei trasporti, dei confronti divenne tanto più impellente quanto più cresceva il grado di civiltà dell’uomo.

Le misure di lunghezza furono senza dubbio le prime delle quali si comprese la necessità: e sorse, com’è naturale, l’esigenza di fissare per esse una unità di misura. L’uomo aveva a portata di mano, anzi addirittura nel suo corpo segmenti che poteva scegliere come unità: il palmo, il piede, il braccio o cubito. E ne usò subito. Furono certo queste le prime misure ch’egli adoperò. Poi, quadrandole e cubandole, ossia facendo dei quadrati e dei cubi su quelle lunghezze, trovò le unità per misurare le superfici e i volumi.

Il concetto della misura di peso è posteriore, e certo partì dalle possibilità di caricamento dell’uomo. La possibilità di trasporto dell’uomo medio venne certo in un primo momento presa come base di misurazione, e solo in periodo successivo si arrivò a determinare unità non aventi rapporti, per quanto riguarda il peso, col corpo umano.

È anche probabile che le misure di capacità abbiano avuto - per la pratica ragione della necessità del liquido per la vita umana - la precedenza sulle misure di peso e forse anche su quelle di volume. Per esse la misurazione, e anche lo stabilire una unità fu certo molto facile, bastando riferirsi al contenuto di un dato recipiente. Barili, botti, mastelli, secchie, moggi, boccali, coppe, tutto poteva servire allo scopo.

Da ciò voi potete facilmente arguire che in ogni gruppo di popolazioni, in ogni tribù, in ogni paese, in ogni staterello, sorse e si perfezionò un sistema di misure diverso.

Gli inconvenienti di questo stato di cose si fecero subito rilevare, non appena furono necessari gli scambi fra paesi diversi, fra tribù diverse, fra staterelli diversi. Ognuno, in fatto di misure, parlava una lingua incomprensibile per gli altri. Cominciarono a rendersi necessari calcoli, riduzioni, equivalenze, ciò che implicava studio e applicazione, cioè cose che mancavano normalmente ai mercanti. Ma gli uomini d’affari, come voi tutti sapete, in tutte le epoche dimostrarono di sapersi togliere dai pasticci: e superarono anche quella difficoltà.

Il dominio romano sul mondo allora conosciuto, se diffuse l’uso delle misure usate a Roma, non annullò l’uso delle misure locali che, caduta Roma, rifiorirono dovunque, interpretate talora anche come simbolo di libertà e indipendenza...

Per limitarci all’Italia, c’è poco da discutere: ogni regione, anzi sovente ogni città importante, ebbe le sue unità di misura e i suoi sistemi, ciò che contribuì, per la sua parte, a tener staccati e divisi gli italiani, complicando inutilmente i loro rapporti di interessi.