Lungo il mare latino
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LUNGO IL MARE LATINO.
Nello smeraldo delle foglie, aranci, melograni risplendono. La vigna amorosa abbraccia il tronco dei giovani lauri. La terra, vestita di fiori, s’offre a te come una sposa. Le colline s’innalzano nelle lontananze, si direbbero inni di trionfo. Insieme al canto degli uccelli, il rumore delle sorgenti sotto le foglie, sembra un misterioso richiamo d’amore.
Napoli! ratto guardai I. Come un velo tessuto da una mano di fata, su cui scherzi il pallido sole, evaporandosi, la bruma s’elevava, scoprendomi lo spettacolo più bello che occhio umano possa contemplare. Napoli I diadema d’oro, sospeso nell’azzurro 1 Napoli, parte di sole caduta sulla terra. Napoli I figlia dell’antica Sirena, la bella Partenope addormentata nelle grotte di corallo, che risuonano del canto dei Ciclopi, agitanti la lava. Napoli I ultimo rifugio dell’antica bellezza, quando gli dei cacciati dall’Olimpo, fuggivano innanzi all’ombra e alla notte dei barbari!
Valére Bernard
(1860).
LONG DE LA MAR LATINO.
1.
Dins l’esmeraudo dei ramiho,
Aràngi, miòugrano fan lume.
La vigno amourousido enliasso
I.ou pitre dei joueine lausié.
La terrò vestido de flour
S’óufrisse à tu coumo uno espouso.
Lei couelo peralin s’aubouron,
Dinas qu’es d’inne trioumfau.
Hmé lou cant de l’auceliho
Lou bmt dei sourgènt sout lei fueio,
Misterious, ehamo l’amour.
2.
Napoli! Subran revira.
Coumo un vèu teissu de la man dei fado
Aiounte lou soulèu juego, palinèu,
En s’esbevènt la neblo s’aubouravo
Me destapant lou pus bel espetacle
Qu’ un uei uman pousquèsse countempia.
Naple! courouno d’or pausado dins l’azur!
Naple I troué de soulèu toumba subre la terrò 1
Naple I fiho de l’antico Sireno,
De la bello Partenopo endourmido
Dins sei baumo de courau que brudisson
Dóu cant dei Ciclopo batènt la lavo.
Naple 1 darnié casau de l’antico bèuta
Quouro lei diéu secuta de l’Oulimpo
Fugissien davans l’oumbro e la nué dei barbare.
(S." D." Marsiglia). (Op. omonima))
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