Luci veloci/Quinta sintesi

Quinta sintesi

../Quarta sintesi ../Sesta sintesi IncludiIntestazione 14 marzo 2020 100% Da definire

Quarta sintesi Sesta sintesi

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Quinta sintesi

Stessa stanza inondata dal sole del tramonto.

Musoduro

invisibile, dalla strada con voce e ciabattino di mendicante arabo:

Allah! Kerim! Ja Kerim Allah! (Silenzio) Kerim Allah! (Entra, seguito da Floflò e Perlina, camuffate da mendicanti arabi galabieh e burnuss rattoppati e polverosi).

Il filmista di guerra

sguiscia fra le loro gambe, balza a tre metri, si volta e li punta con la sua macchina:

Permettere. Pochi secondi. À tout seigneur tout honneur. Conosco la loro celebrità. Sarete ricompensati. Ditta Rodi. (Esce)

Perlina

esitando:

Hai sentito papà? Ditta Roll. Eccoci di nuovo in casa nostra. La nostra terribile stanza ci riafferra per sempre. [p. 312 modifica]

Musoduro

Ero sicuro invece di venire qui a mendicare nella sede provvisoria di un pascià rimasto senza casa.

Floflò

La casa è intatta. Un po’ bruciacchiata. In fondo ci si stava bene. Ma che fame!

Perlina

Queste poche monete ci basteranno per oggi. Te ne occupi tu, Floflò.

Floflò

Sì. Vado a cercare Fatma. (Nella buca per le lettere cade un grosso plico) Come vedi, papà, la vita ha già ripreso. Viene certamente dall’Italia. Che gioia! Che conterrà? Ha l’aria di essere pieno di buone notizie.

Floflò

Non toccarlo, te ne prego. E’ indirizzato a me. Faccio io.

Floflò

Fa pure. Ma presto, apri e leggi.

Musoduro

Perché esiti tanto?

Perlina

Quel plico pieno... d’ignoto... mi fa paura. Sì, mi fa paura.

Musoduro

Paura? [p. 313 modifica]

Perlina

Dio, che sforzo!

Apre la cassetta e prende il plico.

Floflò

leggendo l’intestazione:

Viene dal notaio di Roma.

Perlina

come morfinizzata dal plico che sta aprendo, cade più che non si segga sul divano. Durante la lettura il suo viso si scolora.

Floflò

indispettita:

Dal momento che non si può saper nulla me ne vado in camera mia.

Perlina

con angoscia:

Una novità, una bella novità. Una stupefacente novità che mi dà una infinita gioia. E’ il notaio che mi assicura e conferma i miei diritti all’eredità di Gianni.

Musoduro

Ciò mi fa piacere. Potrei morire anche domani senza il tormento di lasciarti in balia della povertà.

Perlina

sprofondandosi di nuovo nella lettura, con risate di angoscia:

Via, oggi mi vogliono soffocare di emozioni. Che tortura, che peso nel cuore! Siamo forti. Ormai posso parlare. Ecco [p. 314 modifica]di che si tratta, papà. Tu, caro Musoduro, tu, papà mio, tu, secondo queste carte, tu, tu non sei più mio padre!

Musoduro

Queste parale, Pedina, continuano un mio sogno di trent’anni fa. Avevo venti anni, a Roma, ero ammalatissimo. Non mi fu possibile sapere la verità della tua nascita. Ora finalmente so che mia figlia è realmente morta.

Perlina

Allora, allora, papà... io non avevo il diritto di manifestarti, come feci, la mia immensa tenerezza.

Musoduro

Non torturarti, non lacerarti il cuore, Perlina! Vedi, malgrado il dolore rimango fermo e lucido in questa nuova atmosfera la cui atroce luminosità mi brucia la pelle. Non temere. Sei sempre la mia compagna, il mio secondo cuore, quella che cercavo dovunque e che ho trovato. Ma non ti accarezzo, né ti accarezzerò più, come una volta. Ti perdo come figlia mia. Ti ritrovo diversa, ma più vicina alla mia anima e ancor più mia.

Perlina

Dimmi papà, ero colpevole quando ti baciavo la fronte, e ogni sera, sulla bocca, prima di addormentarmi? Poiché non ero tua figlia, i miei baci celavano certamente un desiderio di amore colpevole.

Musoduro

Nessuna colpa. Tu mi amavi. Spero che mi amerai sempre come... (un lungo silenzio) come... (un lungo silenzio), si, come un padre. Obbediremo cosí all’abitudine (sorridendo) che è una seconda natura. (Un lungo silenzio) [p. 315 modifica]

Floflò

Si può sapere cosa conteneva il famoso plico?

Perlina

Nulla... Nulla d’importante, Floflò. Ci verrà forse un po’ di denaro dall’Italia.

Floflò

Sia lodato Iddio!... Bene! Bene! Bene! (Battendo le mani) Ed è il denaro che vi dà queste facce da funerale? Siete poco allegri. Vado a prendere il fresco in giardino. (Esce)

Perlina

Fra poco s’innalzerà la voce di Muezzin. Trema. Sembra estenuata. Come ieri. Altalenava melodiosamente la voce verde intorno al balconcino di legno rozzo che inanella il grande minareto. Ecco si spande, scende e sfiora gli altri minareti che si svegliano gemendo. Questi, come lunghi tubi di vetro nero, soffiano in alto immense e tonde malinconie di cristallo azzurro. La sera è una moschea di marmo, lavata e sonora. Il giorno ha deposto sulla soglia dell’orizzonte le sue babbucce di polvere cenere e infamia.! L’aria è purissima.

Musoduro

Ma io non odo nulla, assolutamente nulla. Dimmi, tu ascolti dei suoni vivi o ricordi dei suoni morti?

Perlina

Presento il ricordo di ieri che rivive ora più vivo di oggi. Non senti cantare la tenerezza filiale dei minareti per il sole che li abbandona? Contiene la mia voce filiale di ieri per te, in questa soavità leggera dell’aria. [p. 316 modifica]

Musoduro

Ma ora tu l’odi veramente come ieri?

Perlina

Sí.

Musoduro

Io non odo nulla, poiché il mio udito è da tempo rovesciato all’interno, mentre il mio olfatto, divenuto visionario, precisa, distingue tutti, tutti gli odori del Suk! Questo è l’anice del bar!... Rosmarino! Aglio! Benzoino! Tabacco! Catrame! Zafferano! Cuscuss ammuffito! Gaggie! Ammoniaca! Frittelle! Pani all’olio!

Perlina

Le terrazze arabe rispondono tutte alla voce del grande minareto. Ognuna offre al sole un suo credente curvo inginocchiato o ritto la faccia allo zenit. Da quelle mille bocche salgono mille voci meste che unendosi formano un concerto ardente e guerriero, fiero e lamentevole, intimo e cosmico.

Musoduro

Dio! Come sei lontano da me, Perlina! Ti sento piena di spazio bianco!

Perlina

No, papà! Non sono lontana. La mia anima di ieri è dentro il mio corpo d’oggi meno modificata di lui.

Musoduro

Le due sere sono però diverse. Ieri, la sera aveva una trasparenza e una luminosità straordinaria. Sera magica, sera di perla o di Perlina! Ora siamo tuffati in una sera afosa, torbida, una sera di Mahmud. Certamente hanno lavato il muro del bar insanguinato di delitto. [p. 317 modifica]

Perlina

Non sangue, ma sciroppo di pessima qualità.

Musoduro

Ora il muro è certamente ridivenuto un muro onesto, e non ha più nulla di comune con l’altro. (Un silenzio. Poi, con forza.) Ogni atmosfera impone la sua morale, assolve o condanna la vita neutra, colorandola di virtù o peccato, nobiltà o bassezza.

Perlina

Mahmud mi disse ieri: «Se prelevo un diritto sulle bische per difenderle dalla polizia come sottocapo del quartiere, perché non mi salutano come il Principe di Monaco? Non sono forse un benefattore io che, mediante una semplice minaccia, vieto ad un dongiovanni prepotente di tormentare una ragazza onesta?». Gli risposi: «Però voi prelevate a vostro vantaggio un secondo diritto su ciò che avete incassato dalle bische?». Allora, Mahmud scattò: «Via, non scherzate, signorina. Sono un uomo d’onore! Consegno al capo del quartiere nostro tutto il denaro fino all’ultimo centesimo?»

Musoduro

Cosí, spostandosi, l’onestà muta di aspetto e di leggi.

Perlina

Ma, dimmi, rubare è sempre rubare in qualsiasi atmosfera?

Musoduro

con sforzo angoscioso:

Sss...sì! Però il furto, che implica audacia pericolo e muscoli pronti, è meno odioso del furto vile generato dalla pigrizia come barare al gioco e sfruttare le donne. [p. 318 modifica]

Perlina

con ansia:

Uccidere è sempre uccidere, cioè delittuoso, in qualsiasi atmosfera?

Musoduro

No!

Perlina

Già!... (Un silenzio) Infatti... in guerra si può, si deve uccidere! (Un silenzio) Ma, dimmi, (con angoscia delirante) amore è sempre, sempre un bene?... Un diritto di tutti? Oggi come ieri, sempre, sempre, sempre?

Musoduro

con passione:

Si!

Perlina

Ah!

Scoppia in pianto di gioia.

Sipario