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Musoduro
Ma ora tu l’odi veramente come ieri?
Perlina
Sí.
Musoduro
Io non odo nulla, poiché il mio udito è da tempo rovesciato all’interno, mentre il mio olfatto, divenuto visionario, precisa, distingue tutti, tutti gli odori del Suk! Questo è l’anice del bar!... Rosmarino! Aglio! Benzoino! Tabacco! Catrame! Zafferano! Cuscuss ammuffito! Gaggie! Ammoniaca! Frittelle! Pani all’olio!
Perlina
Le terrazze arabe rispondono tutte alla voce del grande minareto. Ognuna offre al sole un suo credente curvo inginocchiato o ritto la faccia allo zenit. Da quelle mille bocche salgono mille voci meste che unendosi formano un concerto ardente e guerriero, fiero e lamentevole, intimo e cosmico.
Musoduro
Dio! Come sei lontano da me, Perlina! Ti sento piena di spazio bianco!
Perlina
No, papà! Non sono lontana. La mia anima di ieri è dentro il mio corpo d’oggi meno modificata di lui.
Musoduro
Le due sere sono però diverse. Ieri, la sera aveva una trasparenza e una luminosità straordinaria. Sera magica, sera di perla o di Perlina! Ora siamo tuffati in una sera afosa, torbida, una sera di Mahmud. Certamente hanno lavato il muro del bar insanguinato di delitto.
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