Lirica (Ariosto)/Capitoli/IV. - Non paleserá ad alcuno il segreto...
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IV
Non paleserá ad alcuno il segreto significato della sua penna nera in fregio d’oro. Sempre pericoloso è il desiderio di conoscere i segreti altrui.
De la mia negra penna in fregio d’oro
molti mi sono a dimandar molesti
l’occulto senso, ed io no ’l vuo’ dir loro.
Vuo’ che sempre nel cor chiuso mi resti,
5né per pregar o stimular d’altrui
giá mai mi potrò indur ch’io ’l manifesti.
Dio, come in l’altri magisteri sui,
providenzia ebbe assai, quando ’l cor pose
ne la piú ascosa parte ch’era in nui;
10ch’ivi i pensier e le secrete cose
vòlse riporre e chiuderne la via
a queste avide menti e curiose.
Fregiata d’òr la negra penna mia
ho in cento lochi nel vestir trapunta,
15acciò palese a tutti gli occhi sia;
ma vuo’ tacer a qual effetto assunta
l’ho di portar, e non vuo’ dir se mostra
l’anima lieta o di dolor compunta.
Se voi direte ostinazion la nostra,
20io dirò ch’immodesti ed importuni
voi séte e gran discortesia è la vostra.
Non so s’avete udito dir d’alcuni
che d’aver disiato di sapere
li altrui secreti esser vorrian digiuni.
25L’uccel, c’ha bigio il petto e l’ale nere,
fu prima donna, e diventò cornice
per esser troppo vaga di sapere.
Ciò ch’altri asconder vuol spiar non lice,
e vi devrebbe raffrenar quello anco
30che di Tiresia ed Atteon si dice;
de’ quali un fe’ restar di luce manco
Pallade ultrice, e l’altro fe’ Diana
sfamar i cani suoi del proprio fianco.
Se d’esser sopragiunte alla fontana,
35nude il bel corpo, cosí increbbe ad esse,
che vendetta ne fèro acerba e strana,
non fòra oltra ragion che mi dolesse,
che voi molto piú a dentro che alle gonne
veder cercasse come il cor mi stesse.
40Non son giá del valor di quelle donne,
né sí crudel ch’a voi facessi il danno,
ch’elle fèro a Tiresia e ad Atteonne;
dicovi ben che ’l dritto lor non fanno
quelli che ’l studio e tutto il pensier loro
45sol per voler interpretar post’hanno
questa mia negra penna in fregio d’oro.