Lirica (Ariosto)/Appendice prima - Liriche dubbie/In cosmicum patavinum carmina maledica/IX. - Badi bene, che non potrá più...

IX. - Badi bene, che non potrá più...

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IX. - Badi bene, che non potrá più...
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IX

Badi bene, ché non potrá piú uscire né di giorno né di notte.

     Parmi veder(e) che in ordine si metta
e giá piena di squadre alla pianura
un capitan che poco di te cura
perché la sua conosce e la tua setta.
     Teco è una gente a chi ferir diletta
da traditor di sotto alla Centura,
ruffiani, baratier(e u)na turba (onta e) obscura,
ch’al fornel soffia e l’or indarno aspetta.
     Ma il tuo nimico Ripa ha in compagnia
teologi, filosofi e legisti,
e quei che di Parnaso san la via.
     Non è alcun di costor, se gli hai ben visti,
ch’a superar la morte apto non sia,
non il tuo vil Galluppi; e mal provisti,
                    male consuluisti.
Tu te pensasti per uscir di notte,
vespertil, non aver da gli occel botte.
     L’ale te fien sí rotte
pria ch’alia buca tua facci ritorno,
che ascoso tu stara’ la notte e ’l giorno.