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I. - Come cantare l'alta beltade e...

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I. - Come cantare l'alta beltade e...
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I

Come cantare l’alta beltade e l’ardente desiderio
che essa gli suscita in cuore?

     Lasso, come potrò chiuder in versi
l’alta beltade e quel vago disio,
ove sì ingordi gli occhi e il cuore apersi?
     Ché, se ben lor valor misuro e ’l mio,
5essendo debil questo e quello immenso,
ben debbo esser nel dir lento e restio.
     Ma se ben ugualmente i’ non dispenso
alla man quei concetti adorni ed alti,
che per gli occhi nel cuor mi formo e penso;
     10pur suolsi dir che ’n gli amorosi assalti
passione occulta e virtú non intesa
rado avien che s’alleggi e che si essalti.
     Però, a rimedio de la mente accesa
ed a gloria di quella alma beltade,
15la debil penna ne la mano ho presa.
     O singolar virtú, vera onestade,
che mi sospingi lá dove, se manca
tuo aiuto, la virtú mia morta cade;
     dettami con qual modo illustra e imbianca
20all’apparire il tuo beato lume
l’occaso, dove ogn’alma imbruna e sbianca,

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     come il cieco desir mette o ale o piume,
perché continuo i’ stia lá dove ardendo
nodrisco gli occhi, ben che ’l cuor consume;
     25come nei tuoi per gli occhi miei fuggendo
l’alma ardente s’annida, e trova pace
ne l’amorosa brama, in te vivendo;
     quant’agli ardenti sensi giova e piace
un sì leggiadro nodo, dove avvinto,
30l’antica libertade al cuor dispiace;
     qual mi facc’io, quando, talor sospinto
da l’amorosa sferza, mostro aperto
nel volto il cuore dal desir dipinto.
     Del riso non dirò, perch’io so certo
35che a quel, né al dolce suon de le parole,
non pur uman pensier aguaglia il merto.
     Ma chi descriver puote a pieno il sole
e ’l suo tanto splendor, sì che comprenda
l’orecchio ciò che l’occhio apprender suole?
     40Non è valor uman che tanto ascenda;
e se vi è pur che a tanta altezza arriva,
grazia rado concessa è che ’l commenda.
     Però ritorna il debil legno a riva;
insana voglia, che ’n tal mar t’esponi,
45la cui profonditá di fine è priva.
     Assai fia se ’l disio tuo in parte esponi,
ché si altiera beltá par che ad oggetto
agli occhi il ciel, non alla lingua, il doni.
     Dunque per te si intenda che nel petto
50pensier non ho che non corra al bel volto;
sì Amor nel dolce nodo il cuor m’ha stretto,
     che ognor la lingua in quegli accenti ho volto,
onde risuona il grazioso nome,
ch’a ogn’altro m’ha l’entrata e ’l corso tolto;
     55che mi son lievi l’amorose some,
gravi ad ogn’altro, pel desir che spera
ch’alfin tanta durezza i’ vinca e dome;
     come sigil non fa si espressa in cera
image, come in me speme e timore
60forma il bel raggio de la luce altiera;

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     e come io son sí ingordo al bel splendore,
che abbandonando tutti gli altri sensi
l’alma negli occhi corsa ardendo more;
     e ch’in me vita il cuor piú non dispensi,
65quando, quasi stordito, nel bel seno
con gli occhi corran tutti i spirti intensi.
     Aimé! dove corro io sí a lento freno?
Fede non troverá tanta mia brama,
e so che ’l dirne, a quel ch’io sento, è meno.
     70In tutti gli altri le voci e la fama
suole aggrandir la veritá nel grido,
ma non gli effetti de la mente ch’ama.
     Occhi leggiadri dunque, dove annido
la stanca vita e quella pura fede,
75per cui pace trovare ancor mi fido;
     date il perdono al stil mio ch’ei vi chiede,
per tacer vostra altezza, ché tal pondo
la mia virtude senza modo eccede.
     E tu caldo desir, vago e profondo,
80che chiudi fuoco e amor tanto fervente,
che, inteso, solo ti farebbe al mondo;
     acqueta i pensier tuoi nel fuoco ardente,
poi che la man non rende forma uguale
a quella che ritrae l’accesa mente.
     85Spera, e vedrai che ’n la piaga d’un strale
quel che non mostran voci, inchiostri e carte,
mostrará il tempo; e, conosciuto il male,
     se ’l non ti sana Amor, gli ha perso l’arte.