Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/274

268 appendice prima

     come il cieco desir mette o ale o piume,
perché continuo i’ stia lá dove ardendo
nodrisco gli occhi, ben che ’l cuor consume;
     25come nei tuoi per gli occhi miei fuggendo
l’alma ardente s’annida, e trova pace
ne l’amorosa brama, in te vivendo;
     quant’agli ardenti sensi giova e piace
un sì leggiadro nodo, dove avvinto,
30l’antica libertade al cuor dispiace;
     qual mi facc’io, quando, talor sospinto
da l’amorosa sferza, mostro aperto
nel volto il cuore dal desir dipinto.
     Del riso non dirò, perch’io so certo
35che a quel, né al dolce suon de le parole,
non pur uman pensier aguaglia il merto.
     Ma chi descriver puote a pieno il sole
e ’l suo tanto splendor, sì che comprenda
l’orecchio ciò che l’occhio apprender suole?
     40Non è valor uman che tanto ascenda;
e se vi è pur che a tanta altezza arriva,
grazia rado concessa è che ’l commenda.
     Però ritorna il debil legno a riva;
insana voglia, che ’n tal mar t’esponi,
45la cui profonditá di fine è priva.
     Assai fia se ’l disio tuo in parte esponi,
ché si altiera beltá par che ad oggetto
agli occhi il ciel, non alla lingua, il doni.
     Dunque per te si intenda che nel petto
50pensier non ho che non corra al bel volto;
sì Amor nel dolce nodo il cuor m’ha stretto,
     che ognor la lingua in quegli accenti ho volto,
onde risuona il grazioso nome,
ch’a ogn’altro m’ha l’entrata e ’l corso tolto;
     55che mi son lievi l’amorose some,
gravi ad ogn’altro, pel desir che spera
ch’alfin tanta durezza i’ vinca e dome;
     come sigil non fa si espressa in cera
image, come in me speme e timore
60forma il bel raggio de la luce altiera;