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liriche dubbie | 267 |
V
CAPITOLI
I
Come cantare l’alta beltade e l’ardente desiderio
che essa gli suscita in cuore?
Lasso, come potrò chiuder in versi
l’alta beltade e quel vago disio,
ove sì ingordi gli occhi e il cuore apersi?
Ché, se ben lor valor misuro e ’l mio,
5essendo debil questo e quello immenso,
ben debbo esser nel dir lento e restio.
Ma se ben ugualmente i’ non dispenso
alla man quei concetti adorni ed alti,
che per gli occhi nel cuor mi formo e penso;
10pur suolsi dir che ’n gli amorosi assalti
passione occulta e virtú non intesa
rado avien che s’alleggi e che si essalti.
Però, a rimedio de la mente accesa
ed a gloria di quella alma beltade,
15la debil penna ne la mano ho presa.
O singolar virtú, vera onestade,
che mi sospingi lá dove, se manca
tuo aiuto, la virtú mia morta cade;
dettami con qual modo illustra e imbianca
20all’apparire il tuo beato lume
l’occaso, dove ogn’alma imbruna e sbianca,