Li Fratelli Mantelloni

Giuseppe Gioachino Belli

1832 Indice:Sonetti romaneschi II.djvu sonetti letteratura Li Fratelli Mantelloni Intestazione 10 febbraio 2025 75% Da definire

Er ventidua descemmre Una mano lava l'antra
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

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LI FRATELLI MANTELLONI.

     Ma cchi? cquelli che vvanno ar Caravita1
La sera, e cce se sfrusteno er furello?2
So’ ttutti galantommini, fratello;
Ggente, te lo dich’io, de bbona vita.

     Cuarcuno, si ttu vvòi, porta er cortello:
A cquarcuno je piasce l’acquavita:
Cuarchidunantro è un po’ llongo de dita;3
Ma un vizzio, ggià sse sa, bbisogna avello.4

     Ma ppoi tiengheno ttutti er mantellone,
E ccór Cristo e le torce cuann’è ffesta
Accompaggneno er frate a le missione.

     E ’ggni sera e per acqua, e ppe’ ttempesta,
Vanno pe’ Rroma cantanno orazzione
Coll’occhi bbassi e ssenza ggnente in testa.

Roma, 19 dicembre 1832.

Note

  1. Oratorio annesso alla casa gesuitica di Sant’Ignazio, e dai padri Gesuiti ufficiato. Fu fondato da un padre Caravita o Garavita di Terni, e serve ad uso di esercizio di pietà. Ivi si danno i così detti Esercizi alle Dame: ivi è un’opera di missioni: ivi è eretto un sodalizio di compagni e collaboratori de’ missionari, detti volgarmente i Mantelloni, dal lungo mantello nero che indossano: ivi finalmente, oltre le funzioni diurne dei giorni feriali e festivi, in ciascuna sera dell’anno, dall’avemaria alla prima ora della notte si adunano molti uomini a recitare preci, a udire dei sermoni, a confessarsi, in tutti i venerdì, come in altre sere della settimana, a disciplinarsi: ciò che si eseguisce al buio, non senza gravi inconvenienti talora accadutivi. Terminato quindi il trattenimento, alcuni de’ più zelanti escono dall’oratorio, e seguiti da altri divoti (quasi tutta gente volgare) si diramano per la città, recitando il rosario interpolato da canzoncine divote: e tanto bene prendono misura fra il tempo e la via, che giunti chi a tale e chi a tal altra Madonna, delle quali non è penuria per le strade di Roma, ivi come a meta del loro viaggio termina appuntino il rosario e s’intuonano le litanie. Al fine di queste e di altre orazioncelle, parte in prosa e declamate, parte in versi e cantate, ciascuno al saluto di Sia laudato Gesùcristo risponde con un Sempre sia laudato, e va al suo qualunque piacere.
  2. Ano.
  3. Ladro.
  4. Averlo.