Se le sono nulle, le nostre equazioni [1] del § 24 si dicono, come è noto, omogenee. I determinanti orlati(4) sono tutti nulli, perchè l’ultima colonna è tutta formata di elementi nulli. E il nostro sistema è dunque sempre risolubile; cosa, del resto, evidente a priori, perchè ognuna delle sue equazioni è soddisfatta, ponendo uguale a zero ognuna delle . Se la caratteristica del sistema è proprio uguale al numero delle incognite, allora, come sappiamo dal § 26, il sistema di equazioni [1] ammette un unico sistema di soluzioni: quello che si ottiene uguagliando ogni incognita a zero. Quindi:
Un sistema di m equazioni lineari omogenee in n incognite ammette sempre un sistema di soluzioni, almeno quello formato imponendo il valore zero ad ogni incognita. Esso ammette ulteriormente altre soluzioni soltanto se la caratteristica h del sistema è inferiore al numero n delle incognite, perchè in tal caso si possono scegliereincognite a cui si possono dare valori arbitrari (restando poi univocamente determinati i valori delle residue incognite).
In particolare, un sistema di n equazioni lineari omogenee inincognite ammette uno e quindi infiniti sistemi di soluzioni non tutte nulle soltanto se il determinante del sistema è nullo.[p. 89modifica]
Sia per esempio:
(1)
il dato sistema di equazioni, che supponiamo di caratteristica . Il determinante di ordine formato con tutti i loro coefficienti sarà nullo; e noi potremo supporre che sia differente da zero il seguente minore di ordine
che è il complemento algebrico di nel determinante . Noi sappiamo in tal caso che, scelto ad arbitrio il valore di ne risulteranno determinati i valori delle altre .
Posto (ricordo che ), il valore dato ad sarà , dove è una quantità arbitraria. Con questo valore della , restano fissati i valori di , e senza nessun calcolo si può verificare che questi valori sono
.
Infatti se si pone:
(2)
costante arbitraria)
nella delle nostre equazioni, il suo primo membro diventa , che è zero se (pag. 70, § 20, teorema V°), ed è pure nullo se , perchè per esso diventa , che è nullo per ipotesi.
Le (2) danno dunque nel caso attuale la più generale soluzione di (1).
Esempi.
1° Se sono i discriminanti delle equazioni
;
;
,
allora, se , si ha che è il quadrato del risultante delle
,
.
2° Dimostrare direttamente che un polinomio di grado è univocamente determinato, quando se ne conoscano i valori che esso assume in n punti distinti ; e calcolare tale polinomio.[p. 90modifica]
Posto
(1)
sarà
(2)
Le (2) costituiscono un sistema di equazioni lineari nelle incognite , (i coefficienti di ). Il determinante dei coefficienti di tali incognite è il determinante di Vandermonde dei numeri ; il quale è differente da zero, perchè tali numeri sono distinti. Il teorema di Leibniz-Cramer ci assicura che le e quindi anche sono univocamente determinati. Si potrebbe così dalle (2) dedurre i valori delle , e sostituire in (1). Ma più direttamente, considerando le (1), (2) come un sistema di equazioni nelle incognite , si trae:
Sviluppando secondo gli elementi della prima colonna ed indicando con il determinante di Vandermonde delle quantità si ottiene
donde
.
Sopprimendo in ogni frazione del secondo membro i fattori comuni al numeratore e al denominatore si ritrova la formola del § 14 (pag. 49).