Lettere (Andreini)/Lettera XXXIV

XXXIV. Del prender moglie.

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XXXIV. Del prender moglie.
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Del prender moglie.


S
E ’L Troiano Alessandro disprezzò e Regni, e sapere per la greca bellezza, egli fù à mio giuditio giuditiosissimo giudice, che se à me fosse dato in sorte di far acquisto in simil modo della bellezza vostra, io vorrei disprezzar per voi le scienze

[p. 31r modifica]della Grecia, dell’Egitto, e d’ogn’altro (se ’n ciò si trova) più conosciuto paese. In quanto à i Regni, per haver voi, non solamente i Regni disprezzerei: ma l’istessa monarchia del mondo; poiche la bellezza vostra sola sarebbe più degno prezzo del mio giuditio, che tutte le altre cose desiderabili, e qual cosa è nel mondo, che pareggi il bello, e ’l sereno de’ vostri sguardi? qual ricco tesoro, qual pregiato honore, qual superbo trionfo non avanzano quelli angelici lumi? l’esser preso da loro è vittoria del vinto, e l’amarvi porta seco tal gloria, che è cosa impossibile il desiderarla maggiore; ond’io, che questo conosco anzi eleggerei di morire, che levarmi dalla ben cominciata impresa d’amarvi; e niuna cosa potrà mai rimovermi da tal pensiero fin c’havrò vita; cerchi pure chi altra fortuna desidera e l’oro peste del mondo, e l’ambitione di comandar ad altrui cagion d’ogni male, ch’io per me non seguirò mai altro, che voi. Voi sola siete lo scopo de gli occhi miei, e de’ miei pensieri, voi sola mi piacete, e per voi sola voglio viver, e morire.