Lettere (Andreini)/Lettera XCV

XCV. Dell’operar per qualche fine.

../Lettera XCIV ../Lettera XCVI IncludiIntestazione 5 febbraio 2016 75% Da definire

XCV. Dell’operar per qualche fine.
Lettera XCIV Lettera XCVI
[p. 87v modifica]

Dell’operar per qualche fine.


I
L temer, e ’l desiderare (valoroso giovane) sono universalmente la ruina, e la peste di tutti i cuori. Ecco l’avaro non per altro co’ suoi pensieri molesti se

[p. 88r modifica]medesimo travaglia, se non perche desidera la ricchezza, e teme la povertà. Il soldato non per altro patisce mille, e mille, martiali disagi, se non perche desidera di vincer il nemico, e teme d’esser vinto da lui. Il mercatante non per altro s’affanna, e non per altro continuamente ne’ suoi noiosi traffichi suda, se non perche desidera il guadagno, e teme la perdita. L’Artefice industre non si riman giamai d’essercitar la mente in nuove inventioni, se non perche desidera l’utile, e teme il danno. Il servo non perdona ad alcuna sorte di fatica, se non perche desidera la gratia del suo Signore, e teme della disgratia. L’amante non per altro serve, & ama, e servendo, & amando tolera mille amorose passioni, se non perche desidera di posseder l’amato bene, e teme non li succeda; e ’n somma la donna amata, non per altro si dimostra severa, e cruda, se non perche desidera l’honore, e teme l’infamia; Se voi desideraste col mio desiderio, e se temeste col mio timore, ne voi sopportereste alcun tormento, nè io sarei chiamata discortese, o crudele. Io non prometto vita nè fo professione di dar ad altrui (come dite) la morte, credo bene, che tutti gli amanti habbiano fermo pensiero d’affermar per vere quelle cose false, ch’essi dopò i lor vaneggiamenti del giorno si sognan la notte; & è lor costume allhora, che vogliono commetter alcun fallo, o scusarsi d’alcun’errore il cominciar à lamentarsi acerbissimamente d’Amore, e biasimar lui, e le donne amate, le quali non hanno colpa alcuna nè de’ lor lamenti, nè de lor biasimi. Ricordatevi, che non havete [p. 88v modifica]occasione di dolervi di me, poich’io vi fo tutti quei favori, che posso. Se non volete patire o non desiderate troppo, o contentatevi del giusto.