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LETTERE

perche promettete vita con le parole, se date morte con gli effetti? pensate, ch’ad Amor sia caro, che la bellezza, sola sua possanza, e sola sua forza sia mendace, e piena di mortiferi dardi? non lo credete; perche s’ogni amato facesse professione d’uccider l’amante, in breve tempo ò non havrebbe Regno, o se pur Regno gli rimanesse, egli sarebbe voto di servi, e Signor senza servi, non è punto differente da essi servi. Vi spiri dunque nel cuore bella pietate, e contentatevi di partir meco il raggio divino della gratia vostra, accioche le altre donne, mosse da così degno, e da così nobil’essempio, si dispongano à ricompensar chi le ama. Ma perche forse la lunghezza di questa lettera potrebbe noiarvi, mi risolvo di non passar più oltre; Sol pregherovi, che perdoniate alla mano, & alla penna, se hanno per disaventura conturbato l’animo vostro, e siate certa, che più ’l riguardo della vostra lode, che la pietà delle mie pene, m’ha indotto di questa maniera à scrivervi, parendomi ingiusto, che tanta bellezza, e tanta virtù sia oppressa, & abbattuta da una inconsiderata crudeltà. Viva V. S. felice, e leggendo questa lettera mi mandi un pietoso pensiero.


Dell’operar per qualche fine.


I

L temer, e ’l desiderare (valoroso giovane) sono universalmente la ruina, e la peste di tutti i cuori. Ecco l’avaro non per altro co’ suoi pensieri molesti se


me-