Lettere (Andreini)/Lettera CXIV

CXIV. Del bramar per moglie donna che s’ami.

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CXIV. Del bramar per moglie donna che s’ami.
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Del bramar per moglie donna che s’ami.


O
Sola, e somma contentezza del cuor mio. Io hò letta la vostra lettera, e meco medesimo mi maraviglio come l’improviso, & estremo dolore non m’habbia morto. Ah ben habbiamo ragion di dolerci dell’ingiuriosa fortuna, poich’ella così ci travaglia. Oh come giuditiosamente gli antichi la dipingevano vicina ad Amore, havendo autorità grandissima nelle amorose attioni. Ohime ben poteva ella con altro modo, che con questo pur troppo fiero, e pur tropp’aspro, turbar la tranquillità de’ nostri animi. Hor voi mia vita come potrete sodisfare alla cruda proposta del Padre, anzi del nemico della vostra, e della mia pace? qual fede potrete voi dar al Signor Valerio, se la vostra fede è giustamente mia? qual cuore li concederete voi, se non ne havete più d’uno, e quell’uno (bontà vostra) è mio? come vi farete sua, se non siete vostra? come potrà il vostro bellissimo seno dargli ricetto, s’egli è tutto pieno dell’amor mio? Anima mia cara, voi non potete, e non dovete lasciar per qual si voglia cosa il vostro primo sposo. La vita vostra, che (per quanto mille volte giurato m’havete) per me nacque, e per me vive, dovrà da me allontanarsi, e lo comporterà il Cielo? e lo prometterà Amore? e lo consentirete voi? Io vi ricordo, che siete molto più tenuta ad haver timor d’un Dio, che

[p. 112r modifica]d’un’huomo, e massimamente d’un Dio tanto potente, che di lui tremano tutti gli altri. Se voi ubbidite al Padre, verrete a disubbidir ad Amore, hor veggasi à cui più l’ubbidienza conviensi. Il Padre vostro contra ’l vostro volere v’hà promessa al Signor Valerio, e voi volontariamente vi siete promessa à me, voi siete molto più signora, e padrona della vostra volontà, che non è vostro padre, e che dubbio v’ha, che siam molto più tenuti a mantener quello, che volontariamente promettiamo, che quello che promettiam per forza? essendo commun parere, che promessa fatta per forza non ha forza. Se ’l padre vostro per timor di non esser chiamato mancator di fede, vuol forse che pigliate questo novello sposo, perche non vi governate col suo essempio? perche non havete timore (anima mia) d’esser accusata per mancatrice della vostra parola? forse direte, mio padre ha giurato di darmi a quel tale presenti molti gentilhuomini, habbiate in memoria, che voi ancora giuraste presente Amore, e presenti tutte le Deità, c’hanno in protettione gli amanti fedeli d’esser mia, e siete obligata per più rispetti à mantener la promessa molto più del padre vostro, perche quand’egli manchi, non li può seguir altro, che poca vergogna appresso quelli, che udirono le sue promesse, e i suoi giuramenti, & à voi (ben mio) ne seguirà vergogna, e danno, perche oltre che non vi sarà più conceduto di comparir trà gli amanti leali senz’esser derisa, sarete ancor punita, essendoche punto Amore da giustissimo sdegno non vorrà lasciar tant’ingiuria [p. 112v modifica]invendicata, accioche gli altri non piglino ardire di vilipenderlo: dunque per questa, e per infinite altre ragioni, ch’io tralascio, voi siete molto più tenuta à mantener la fede à me, che al padre vostro. Voi nel fine della vostra lettera mi pregate à trovar modo, che siate mia, il farò, e siate certa, che quand’altro far non possa, à viva forza verrò à travi di casa, per mezo ’l ferro, e ’l fuoco; nè mi sarà di spavento, o di fatica qual si voglia cosa, per aspra, e pericolosa, che sia. Consolatevi dunque, e mostrate ’l viso alla Fortuna, laquale sicome vince i timidi, così è vinta da gli arditi. Se ’l Mare stesse continuamente tranquillo, non potrebbe l’accorto Nocchiero mostrar il suo sapere: similmente non mostrerebbe l’oro la sua finezza, se non fosse essercitato nel fuoco, così gli animi prudenti non potrebbono manifestarsi, se non fossero gli avvenimenti contrarij. Prendete conforto, ch’io troverò quanto prima rimedio giovevole al nostro male, e farò contento il vostro desiderio, e ’l mio.