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LETTERE

Del bramar per moglie donna che s’ami.


O

Sola, e somma contentezza del cuor mio. Io hò letta la vostra lettera, e meco medesimo mi maraviglio come l’improviso, & estremo dolore non m’habbia morto. Ah ben habbiamo ragion di dolerci dell’ingiuriosa fortuna, poich’ella così ci travaglia. Oh come giuditiosamente gli antichi la dipingevano vicina ad Amore, havendo autorità grandissima nelle amorose attioni. Ohime ben poteva ella con altro modo, che con questo pur troppo fiero, e pur tropp’aspro, turbar la tranquillità de’ nostri animi. Hor voi mia vita come potrete sodisfare alla cruda proposta del Padre, anzi del nemico della vostra, e della mia pace? qual fede potrete voi dar al Signor Valerio, se la vostra fede è giustamente mia? qual cuore li concederete voi, se non ne havete più d’uno, e quell’uno (bontà vostra) è mio? come vi farete sua, se non siete vostra? come potrà il vostro bellissimo seno dargli ricetto, s’egli è tutto pieno dell’amor mio? Anima mia cara, voi non potete, e non dovete lasciar per qual si voglia cosa il vostro primo sposo. La vita vostra, che (per quanto mille volte giurato m’havete) per me nacque, e per me vive, dovrà da me allontanarsi, e lo comporterà il Cielo? e lo prometterà Amore? e lo consentirete voi? Io vi ricordo, che siete molto più tenuta ad haver timor d’un Dio, che


d’un’huo-