Lettera sopra il canto de' pesci/Canzonetta
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CANZONETTA
Composta da un Carpione per le nozze
di una Trota.
O Trota, o vaga Sposa,
Di te, del tuo compagno
Cosa la più vezzosa
Non ha quest’almo Stagno.
5Nella tua fronte ride
Un bruno occhio vivace,
Che i pesci fere e ancide,
E che ferendo piace.
Luccica per mondezza
10Più che perla forbita
La nevosa bianchezza
Di tua pelle pulita:
E sol quà e là e cospersa
Di bionda o vermigliuzza
15Maculetta diversa,
Di che s’adorna e spruzza.
Dunque nozze beate
Fra i liquidi cristalli
Voi oggi celebrate
20Con guizzi, e canti, e balli.
Così sorrida, e approvi
Il gran Padre Benaco
Gli amori vostri nuovi,
E lieto applauda il Laco.
25Dopo una colma luna 1
In questa parte e in quella
Vedrem brillar più d’una
Amabile Trotella.
Giovani sposi eletti
30Siate a educare presti 2
I pesci pargoletti
Ne’ bei costumi onesti.
Fuggano di buon’ora
L’infido pesce e tristo;
35Perchè tra i pesci ancora
E’ il rio co’ buoni misto.
Il Luccio cattivello
Spesso i vicini morde;
Fuggano il luccio fello,
40E le sue canne ingorde.
La linda sardelluccia
Essa ha il cor puro e schietto;
E coll’argentea buccia
Fede ne fa all’aspetto.
45Non abbian schivi a vile
Nè chiamino palustre
La Tinca, che gentile
Quì vanta sangue illustre.
Amin quel dolce amico
50(Se nominarlo lice)
L’abitator più antico
Di quest’acqua felice:
Certo che sempre ligio
Fia il Carpion devoto
55Ad ogni buon servigio
In ver la Trota, e il Troto.
Nessun molle e infingardo
Sempre nel fondo giaccia;
Mostrino al nostro sguardo
60L’aguzza e nobil faccia.
Ignobil vita mena
Chi l’uno ventre striscia
Infra la scabra arena
Su per la ghiaja liscia.
65Sia il verde vitto parco
Di erbetta o di vermetto;
Che chi dal cibo è carco
E’ all’agil nuoto inetto.
Ognuno tenti e veda
70Il Laco intorno; e breve
A se lasso conceda
Ozio di sonno lieve.3
Ma se vagando egli ode
Dal remo infranta l’onda,
75Fuggire è allor da prode,
Allor s’appiatti e asconda.
Per queste ondose strade
Dopo l’incauto spasso
Più d’uno errando cade
80In tesa rete, o in nasso.
Un filo si distende
Da tremolante canna,
E tal dolc’esca pende
Che spesso i ghiotti inganna.
85Deh per pietà nessuno
Bramoso apra la bocca:
Più utile è il digiuno,
Misero chi la tocca.
Note
- ↑ Quasi tutti i pesci, che hanno gravido l’utero de’ loro parti tengono il portato da 30. giorni. Le femminette de’ pesci di lago, o di fiume non concepiscono prima del quarto mese; e partoriscono d’ordinario a primavera. Eodoardus Wottonus de animalium differentiis lib. VIII. Cap. CLVI.
- ↑ Seriamente dal Carpione si raccomanda attenzione alla prole; perchè, tranne i delfinetti, e i balenotti, che poppano, e sono custoditi dalle madri, talchè, quando è tempesta rotta, prendonli in bocca a difesa, e trane pure i tonni piccoli, che, sebben non sieno allattati, tengono dietro per notabil tempo i loro genitori, nella educazione degli altri pesciolini c’è disordine e negligenza; e vivono appena nati in libertà capricciosa, e incontrano mille pericoli, e assai sono mangiati dagli altri pesci adulti. Rondeletius de piscibus Lib. IV. Cap. VI. de educatione piscium & c.
- ↑ E’ quistione se i pesci dormano. Il Willughby non crede che dormano, perchè non hanno palpebre da aprire, e chiudere gli occhi. Seluco Tarsente presso Ateneo, e Oppiano non concedevano la facoltà di dormire che al pesce Scaro detto da Ennio per la sua delicatezza il cervello di Giove, pesce privilegiato fra gli altri, perchè viveva sotto alla protezione di Tiberio Cesare, essendo stato condotto nel mare Campano da Ottato suo liberto. Ma oggi col dotto Gesnero i Fisici cortesi permettono a tutti i pesci che giacciano alquanto, e dormiglino almeno. Certamente dopo tanto aggirarsi a moversi avranno bisogno del confortamento di qualche quiete, che sarà poi un sonno.