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XVII |
Fuggano di buon’ora
L’infido pesce e tristo;
Perchè tra i pesci ancora
E’ il rio co’ buoni misto.
Il Luccio cattivello
Spesso i vicini morde;
Fuggano il luccio fello,
E le sue canne ingorde.
La linda sardelluccia
Essa ha il cor puro e schietto;
E coll’argentea buccia
Fede ne fa all’aspetto.
Non abbian schivi a vile
Nè chiamino palustre
La Tinca, che gentile
Quì vanta sangue illustre.
Amin quel dolce amico
(Se nominarlo lice)
L’abitator più antico
Di quest’acqua felice:
lini c’è disordine e negligenza; e vivono appena nati in libertà capricciosa, e incontrano mille pericoli, e assai sono mangiati dagli altri pesci adulti. Rondeletius de piscibus Lib. IV. Cap. VI. de educatione piscium & c.