Leonardo da Vinci/Capitolo 10 - Leonardo scrittore

Capitolo 10 - Leonardo scrittore

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Capitolo 10 - Leonardo scrittore
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CAPITOLO X.


Leonardo scrittore.


Altra gloria del Vinci è quella di essere considerato fra gli eccellenti classici scrittori italiani. Il suo Trattato [p. 40 modifica]della Pittura è fra i migliori libri di prosa del suo aureo secolo, secolo delle Arti, delle Scienze e delle Lettere. — È questo grande pregio, oltre di quello della scienza e delle teorie che racchiude questa opera veramente classica.

I preziosi manoscritti del grande Leonardo si conservano nella insigne Biblioteca Ambrosiana di Milano (tesoro di meraviglie dell’Arte e del Genio), e provano che, per la sola forza del suo genio, egli presentì varie importanti scoperte, le quali in seguito fecero celebri tisici ed astronomi.

Altri interessanti manoscritti inediti del nostro grande artista-scrittore sono posseduti dal re di Francia.

Non poco si scrisse in versi sulla Pittura (ed il soggetto ne era ben degno); si pubblicarono poemi in varie lingue, di non comune merito: il Poema della Pittura, di Dufresnoy, scritto in latino, è considerato in Francia come il più esatto di tutti gli altri scritti pubblicati prima di lui sulla stessa arte. Dufresnoy lo compose verso la metà del secolo XVIII. — I poemi francesi di Vatelet, di Dumarsy, di Le Mierre, di H. Z. de Valori, di Girodet, i versi sciolti di Giuseppe Adorni, hanno pregi artistici e poetici, e se ne può trarre profitto, dilettandosi. Il Viaggio Pittorico, poema in 40 canti, di Emanuele Paparo, promotore dell’Accademia Florimontana, pubblicato in Messina nel 1833, è un libro di 260 pagine, istruttivo, piacevole e fatto con molto ingegno e sapere. Educato ai buoni studii, il Paparo si mostra versato nelle lettere e nell’arte che predilige. — Sculptura, carmen, auctore Lodovic Doissin, traduzione in versi sciolti di Anton-Luigi de Carli, Milano, 1775. Doissin, americano, pubblicò un poema lodevole sotto l’aspetto letterario ed artistico. I Saggi sulla Pittura di Algarotti, di Diderot; le Lettere di Reynolds, di Gessner, di Kératry sulla medesima arte, ponno giovare alla gioventù studiosa. Anche l’Architettura si ebbe poemetti. [p. 41 modifica]

Utili pure sono le Pitture e le Sculture di Filostrato, la Storia di Ercole Tebano, i Quadri dell’Iliade dell’Odissea e dell’Eneide di Caylus, la Vita di Raffaello di Quatremère de Quency, il Giove Olimpico dello stesso, il Laocoonte di Lessing, l’Apollo di Winckelmann, gli Studii del Cicognara, e prima di tutti, dell’illustre Ennio Quirino-Visconti, del terribile critico Milizia, e di molti altri giudici competenti delle arti del disegno.

Il Trattato del Vinci deve essere il Vademecum, innanzi tutto, degli scolari. La teoria e la pratica vanno di pari passo, e l’esempio segue il precetto. Le innovazioni, le nuove osservazioni, le scoperte del Vinci, dovute ad una scienza fondata sopra indefessi studii ed una lunga e continua esperienza, sono di una utilità grandissima, e ponno anche illuminare la mente a pittori provetti, i quali, nella foga della esecuzione, oltrepassano i limiti del vero e del bello. La memoria di uno scrittore, di un filosofo, di un artista, è un culto pei loro fedeli. — Non si abbandonino mai i classici, così in letteratura, come nelle arti belle; havvi sempre da imparare nello studio delle loro immortali opere.

Si rammentino ognora i seguenti versi di Altieri, di quel grande che per il primo, al terminare dello scorso secolo, fece palpitare d’amor patrio gl’italiani giovani, rammentando la storia del passato in confronto a quella del presente, a loro, figli di quegli uomini gloriosi:

«Ardite, generose itale menti
D’ogn’alta cosa insegnatrici altrui!»

Degenerarono per odiose vicende politiche e per brutale forza tirannica straniera. Finalmente l’Italia raggiunse lo scopo a cui tendevano il cuore e la mente del fiero e sublime astigiano e la schiera de’ suoi nobili e generosi seguaci.

Rapidamente l’Italia ha preso il posto che le [p. 42 modifica]spettava fra le grandi nazioni, e la generazione attuale è degna di quelle, che illustrarono con ogni sapere e con ogni sorta di genio gli aurei ed eroici secoli del più bel paese del mondo. Lo straniero lo sa, e sempre ne approfitterà. Gran parte delle straniere ricchezze letterarie, artistiche, scientifiche, potremmo prendere come nostre; ma l’Italia ha tesori per tutto il mondo, nè mai sarà povera, a dispetto della nazione che più dovrebbe amarla e rispettarla; solo gli Italiani ponno essere i suoi migliori amici. Il destino dell’Italia fu di essere eternamente invidiata e perseguitata da popoli stranieri, che da essa ebbero la civiltà, e che tutto da lei impararono.

Il progresso di questa epoca di maraviglia, la libertà dello studio, le rimembranze della storia, il benessere del paese, il suo onore, la sua gloria, debbono essere incitamenti alla gioventù, onde rendersi degna del nome italiano. D’altronde la fiamma del genio d’Italia non si spegnerà che con il fuoco dei suoi vulcani!




Autografo di Leonardo.

1

Libera versione.


. . . . se subito si muta dal settentrione al meridio, è tua via il settentrione e la tua obbliqua. . . .

  1. Leonardo da Vinci scriveva sovente da destra a sinistra, e appunto l’autografo che presentiamo ai nostri lettori è uno di quelli.