Le rivelazioni impunitarie di Costanza Vaccari-Diotallevi/Documenti/V

V. — Augusto Gulmanelli

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V.

(Di carattere della Diotallevi.)

Augusto Gulmanelli


negoziante di vino e possidente.

La sera tiene società in sua casa, ma le persone che vi vanno sono quasi tutti suoi parenti. Un tempo vi andayano Enrighetta e Domenico Gelsi, Enrico Tosi che abita all’Asco de Carbognani.

Amico di tutti i mercanti di campagna liberali, fra questi De Angelis, Tittoni, Silvestrelli, Bolasco, Rocchi, l’avvocato Antonio Vaselli, Ferri al Gesù, del Principe Gabrielli, Eugenio Speroni, Achille Anziglioni, e di Giuseppe Mazzoni, e Pietro Patrizi.

Frequentava il Caffè Nuovo e il Caffè dei Caprettari, e all’Ave Maria alla Piazza Colonna ove si radunano i mercanti di campagna.

Uno dei tre: tale grado gli fu conferito dalla setta dopo esiliato il suo fratello Luigi.

Aveva carteggio con la Corte di Torino e con il principe Gabrielli, non si sa sotto qual nome.1

Depositario dei bolli e carte originali della setta, a [p. 125 modifica]lui si dovevano fare i versamenti dei denari dei vari oboli per spedirli o a Torino, o alle persone addette per la sovvenzione delle famiglie.

I suoi dipendenti sono il primo Venanzi: questo siccome godeva tutta l’opinione di uomo molto svelto, era quello che direttamente trattava con il Gulmanelli e ne recava li rapporti ec.; poi Achille e Vincenzo Margotti, Leopoldo Calza, Pietro Patrizi, Pietro Barberi, Filippo Venturini, Francesco Gioia, Baldassarre Ferri, De Mauri Ladislao detto Lallo, Gioacchino Scarinci, Domenico Catufi, Achille Anziglieni, Enrighetta e Domenico Gelsi.

Più intimo del principe Gabrielli.

Ha tenuto celate in propria casa più volte persone che il Governo cercava, e varie volte anche dei disertori militari: nel marzo 1861 insieme ad Enrighetta Gelsi tennero celati vari dragoni che, poi sortirono due per volta dalla Porta del Popolo in abita da cacciatore. Forse questo fatto si potrebbe verificare interrogando la vecchia nonna della Enrighetta Gelsi che abita la casa accanto a quella di Augusto Gulmanelli ove abitava Enriga; mi pare N. 8 ultima piano. È una francese; e siccome molto contraria al partito Piemontese, facilmente parlerà.

Allorchè furono fatti prigionieri alcuni soldati Piemontesi, e portati feriti allo Spedale Militare, Augusto insieme al De Angelis ed al suo fratello Luigi andarono a trovarli lasciandoli una regalia, Poi il giorno che furono rimandati liberi, andò alla porta San Giovanni all’osteria di Faccia Fresca, ove l’attendevano un altro legno la Gelsi e sua Cognata moglie di Luigi e la Diotallevi, e in legno proprio il De Angelis e figlia più grande, e disse loro che non sarebbero passati per di lì, ma mi pare per la porta del Popolo, ove si recarono tutti i suddetti meno le donne che andarono a casa.

L’esternazione de’ suoi sentimenti non è stato mai altro che liberalismo e mai di delitti.

La sera del Velluti il suo ordine era di non andare affatto alla Girandola.

È contribuire mensile, ed ha dato varie, somme per li vari oboli.

[p. 126 modifica]Non si è mischiato in nulla che avesse rapporto all’insulti fatti alla giovane Regina.


Note

  1. Il principe Gabrielli sarà ben lieto di sapere ch’egli aveva questa corrispondenza!

    C. N. R.