Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto XXXIX

Sonetto XXXVIII Sonetto XL

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SONETTO XXXIX.


I
O sentia dentr’al cor già venir meno

     Gli spirti, che da voi ricevon vita:
     E perchè naturalmente s’aita
     4Contra la morte ogni animal terreno;
Larga’ il desio, ch’i' teng’or molto a freno;
     E misil per la via quasi smarrita;
     Però che dì, e notte indi m’invita;
     8Ed io contra sua voglia altronde ’l meno.
E' mi condusse, vergognoso, e tardo,
     A riveder gli occhi leggiadri; ond’io,
     11Per non esser lor grave, assai mi guardo.
Vivrommi un tempo omai: ch’al viver mio
     Tanta virtute ha sol'un vostro sguardo:
     14E poi morrò, s’io non credo al desio.