Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto XXXVIII
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Sonetto XXXVIII
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SONETTO XXXVIII.
L
’oro, e le perle, e i fior vermigli, e i bianchi, Che ’l verno devria far languidi, e secchi;
Son per me acerbi, e velenosi stecchi,
4Ch’io provo per lo petto, e per li fianchi:
Però i dì miei fien lagrimosi, e manchi:
Chè gran duol rade volte aven che ’nvecchi:
Ma più ne' colpo i micidiali specchi,
8Che ’n vagheggiar voi stessa avete stanchi.
Questi poser silenzio al signor mio,
Che per me vi pregava, ond’ei si tacque,
11Veggendo in voi finir vostro desio:
Questi fur fabbricati sopra l’acque
D’abisso, e tinti ne l’eterno obblio;
14Onde ’l principio di mia morte nacque.