Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto XXVIII
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Sonetto XXVIII
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SONETTO XXVIII.
S
Olo, e pensoso i più deserti campi Vo misurando a passi tardi, e lenti;
E gli occhi porto per fuggire intenti
4Ove vestigio uman l’arena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
Dal manifesto accorger de le genti:
Perchè negli atti d’allegrezza spenti
8Di fuor si legge com’io dentro avampi:
Sì, ch’io mi credo omai, che monti, e piagge,
E fiumi, e selve sappian di che tempre
11Sia la mia vita; ch’è celata altrui.
Ma pur sì aspre vie, nè sì selvagge
Cercar non so, ch’Amor non venga sempre
14Ragionando con meco, et io con lui.