Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto XXVIII

Sonetto XXVII Sonetto XXIX

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SONETTO XXVIII.


S
Olo, e pensoso i più deserti campi

     Vo misurando a passi tardi, e lenti;
     E gli occhi porto per fuggire intenti
     4Ove vestigio uman l’arena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
     Dal manifesto accorger de le genti:
     Perchè negli atti d’allegrezza spenti
     8Di fuor si legge com’io dentro avampi:
Sì, ch’io mi credo omai, che monti, e piagge,
     E fiumi, e selve sappian di che tempre
     11Sia la mia vita; ch’è celata altrui.
Ma pur sì aspre vie, nè sì selvagge
     Cercar non so, ch’Amor non venga sempre
     14Ragionando con meco, et io con lui.