Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto XXIX
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Sonetto XXIX
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SONETTO XXIX.
S
’Io credesse per morte essere scarco Del pensier’ amoroso che m’atterra;
Colle mie mani avrei già posto in terra
4Queste membra noiose, e quello incarco:
Ma perch’io temo, che sarebbe un varco
Di pianto in pianto, e d’una in altra guerra;
Di qua dal passo ancor che mi si serra,
8Mezzo rimango lasso, e mezzo il varco.
Tempo ben fora omai d’avere spinto
L’ultimo stral la dispietata corda
11Ne l’altrui sangue già bagnato, e tinto:
Ed io ne prego Amore, e quella sorda
Che mi lassò de’ suoi color’ dipinto;
14E di chiamarmi a sè non le ricorda.