Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto XVIII
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Sonetto XVIII
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SONETTO XVIII.
V
Ergognando talor ch’ancor si taccia, Donna, per me vostra bellezza in rima,
Ricorro al tempo ch’i’ vi vidi prima,
4Tal che null’altra fia mai che mi piaccia.
Ma trovo peso non dalle mie braccia,
Nè ovra da polir con la mia lima:
Però l’ingegno, che sua forza estima,
8Nell’operazion tutto s’agghiaccia.
Più volte già per dir le labbra apersi:
Poi rimase la voce in mezzo ’l petto.
11Ma qual suon poria mai salir tant’alto?
Più volte incominciai di scriver versi:
Ma la penna, e la mano, e l’intelletto
14Rimaser vinti nel primier’ assalto.