Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto LXXXVIII
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Sonetto LXXXVIII
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SONETTO LXXXVIII.
L
A Donna che ’l mio cor nel viso porta, Là dove sol fra bei pensier d’amore
Sedea, m’apparve; ed io, per farle onore,
4Mossi con fronte reverente, e smorta.
Tosto che del mio stato fussi accorta,
A me si volse in sì novo colore,
Ch’avrebbe a Giove nel maggior furore
8Tolto l’arme di mano, e l’ira morta.
I’ mi riscossi: ed ella oltra, parlando,
Passò; che la parola i’ non soffersi,
11Ne ’l dolce sfavillar degli occhi suoi.
Or mi ritrovo pien di sì diversi
Piaceri in quel saluto ripensando;
14Che duol non sento, nè sentì ma’ poi.