Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto LXXXVII

Sonetto LXXXVI Sonetto LXXXVIII

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SONETTO LXXXVII.


P
Erseguendomi Amor’al luogo usato;

     Ristretto in guisa d’uom ch’aspetta guerra,
     Che si provvede, e i passi intorno serra,
     4De’ miei antichi pensier mi stava armato:
Volsimi, e vidi un’ombra, che da lato
     Stampava il Sole; e riconobbi in terra
     Quella che, se ’l giudicio mio non erra,
     8Era più degna d’immortale stato.
I’ dicea fra mio cor, Perchè paventi?
     Ma non fu prima dentro il pensier giunto,
     11Che i raggi ov’io mi struggo eran presenti.
Come col balenar tona in un punto,
     Così fu’ io da’ begli occhi lucenti,
     14E d’un dolce saluto inseme aggiunto.