Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto LXXXVI
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Sonetto LXXXVI
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SONETTO LXXXVI.
L
Asso, quante fiate Amor m’assale; Che fra la notte, e ’l dì son più di mille;
Torno dov’arder vidi le faville
4Che ’l foco del mio cor fanno immortale.
Ivi m’acqueto: e son condotto a tale,
Ch’a nona, a vespro, a l’alba, ed alle squille
Le trovo nel pensier tanto tranquille,
8Che di null’altro mi rimembra, o cale.
L’aura soave che dal chiaro viso
Move col suon delle parole accorte,
11Per far dolce sereno ovunque spira;
Quasi un spirto gentil di paradiso,
Sempre in quell’aere par che mi conforte;
14Sì che ’l cor lasso altrove non respira.